Sonos Beam Gen2: Dolby Atmos fa la differenza per la soundbar compatta

Sonos Beam Gen2: Dolby Atmos fa la differenza per la soundbar compatta

Il collaudato schema audio non è cambiato, ma l'aggiunta di potenza al processore ha aperto il campo ai formati audio multicanale, con una resa complessiva interessante. La nuova soundbar compatta Sonos Beam Gen2 gioca meglio le sue carte rispetto al modello precedente nella visione di film e serie TV e resta una buona soluzione anche per l'ascolto musicale, con la flessbilità del sistema multi-room di casa Sonos

di pubblicato il nel canale Audio Video
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Il mercato delle soundbar negli ultimi anni è letteralmente esploso. Se volessimo porre una pietra miliare per questo cammino di repentina crescita, dovremmo mettere l'arrivo della tecnologia Dolby Atmos, che ha rimescolato le carte in tavola e dato un marcia in più alle soundbar. Se prima le soundbar erano semplicemente un'aggiunta frontale al suono dei televisori, Dolby Atmos ha regalato immersività anche al suono di esse, ponendole in alternativa ai più complessi sistemi home theater per tutti quelli che non volevano avere sparsi per il salotto i cavi dei diffusori satelliti.

La domanda che tutti si erano posti, infatti, al lancio della prima Sonos Beam era stata proprio: "Perché non c'è il Dolby Atmos?" La risposta degli ingegneri statunitensi era stata semplice: "I tempi non sono ancora realmente maturi, magari ci sono i contenuti Dolby Atmos, ma poche persone riescono veramente a sfruttare tale formato". Una risposta che ai tempi aveva senso, con non molti televisori della fascia più popolare dotati di porta HDMI eARC, caratterizzata da banda maggiore rispetto alla normale ARC e necessaria per supportare i flussi audio Dolby Atmos.

Sonos Beam Gen2: HDMI eARC e Dolby Atmos

Le cose erano cambiate in casa Sonos con la sounbar successiva, che era anche un gradino sopra Beam in termini tecnici: Sonos ARC. Tale soundbar resta tuttora uno dei prodotti più interessanti sul mercato, ma si posiziona a un prezzo decisamente più alto. Ora viene raggiunta, in termini di compatibilità con il formato Dolby Atmos, anche dalla più accessibile Sonos Beam Gen 2. Naturalmente la porta HDMI a bordo è del tipo eARC.

Sonos Beam Gen 2 non si ferma al solo Dolby Atmos, ma allunga la serie dei formati audio compatibili: troviamo anche Ultra HD tramite Amazon Music, insieme al supporto per la decodifica DTS Digital Surround Sound.

A prima vista la seconda generazione potrebbe sembrare identica alla prima, ma sono diverse le novità anche estetiche. A livello audio troviamo lo stesso schema del modello precedente, con 4 woofer, 3 radiatori passivi, un tweeter centrale e 5 amplificatori Classe-D. Uno schema che non prevede nessun driver upfiring (ossia orientato verso l'alto per sfruttare il rimbalzo del suono contro il soffitto), ma che come vedremo non impedisce a Sonos Beam Gen 2 di creare un ambiente audio sufficientemente immersivo.

Per gestire le novità, in termini di formati audio e di flussi di dati, è stata aumentata la capacità di calcolo a bordo, con un processore più veloce del 40%. Il processore può gestire ora anche un numero maggiore di microfoni e la tecnologia beam forming per captare al meglio la voce. Il primo modello da questo punto di vista non era perfetto, mentre ora l'assistente vocale può essere richiamato più facilmente e i comandi impartiti senza errori. Rispetto a uno smart speaker, spesso posizionato al centro della stanza e in posizione rialzata, molte volte le soundbar si trovano molto in basso e praticamente quasi appoggiate a una parete, la sfida della captazione della voce è quindi più difficile: da qui la necessità di un comparto microfoni più evoluto.

Purtroppo l'aumentato numero di microfoni non viene utilizzato per abilitare un sistema di autocalibrazione a bordo (come avviene invece in Move e Roam con la funzione Auto TruePlay). Come per gli altri prodotti Sonos 'statici' la calibrazione automatica è possibile solo tramite dispositivi Apple: con essi è possibile abilitare dall'app la calibrazione, che richiede di spostarsi all'interno della stanza con il dispositivo iOS in mano, per permette al sistema di registrare e poi compensare la risposta acustica della stanza. È disponibile solo per iOS in quanto i modelli su cui è utilizzabile, tra iPad e iPhone, sono un numero limitato rispetto alla pletora di smartphone e tablet Android: dei primi è possibile conoscere puntualmente la risposta dei microfoni, nel caso dei secondi i modelli sono talmente variegati da rendere impossibile la cosa. Per una buona calibrazione è necessario conoscere la risposta dei microfoni, va da sé che la funzione sia disponibile solo per terminali Apple. Certo i microfoni a bordo avrebbero permesso una calibrazione direttamente da parte della soundbar, ma anche qui torna il tema del posizionamento della soundbar nell'ambiente: con il terminale mobile è richiesto di muoversi all'interno della stanza per registrare la risposta acustica in modo puntuale, mentre una calibrazione fatta nel punto di emissione del suono potrebbe essere limitata nel caso della soundbar. Sta di fatto che alcuni prodotti della concorrenza offrono questa funzione, che molti trovano comunque comoda e con resa sufficientemente buona.

Sonos ha lavorato anche sull'estetica, sostituendo il rivestimento frontale in tessuto, con la stessa griglia forata in policarbonato che caratterizza la sorella maggiore Sonos Arc, ma anche prodotti come gli speaker One. La scelta è sia estetica, ma ha anche un risvolto molto funzionale: chi ha avuto una Beam di prima generazione si è trovato a lottare con la polvere che risultava difficile da togliere dal rivestimento in tessuto. Il panno asciutto elettrostatico ne toglie solo una parte e il panno umido rischia invece di impiastrare tutto. La nuova finitura è certamente molto più facile da pulire.

Come d'uso sui prodotti Sonos più recenti, i comandi a bordo della soundbar sono di tipo touch e concentrati sulla superficie superiore, al centro. Abbiamo un tasto play/pause, i due comandi del volume e un comando per disattivare il microfono. Come sul primo modello troviamo sul retro, incassati, gli ingressi e il connettore per l'alimentazione, oltre a un tasto che permette l'accoppiamento veloce con il sistema Sonos. Troviamo qui la presa di rete su connettore Ethernet RJ45 e la porta HDMI eARC, che può essere trasformata, con l'adattatore incluso in confezione, in ingresso digitale ottico, per la connessione ai vecchi televisori privi di HDMI. Sempre ricalcando il primo modello il design della soundbar prevede bordi arrotondati e sono disponibili le due livree in colore bianco e nero; le misure di Sonos Beam sono pari a 65 x 10 x 7 cm.

Sonos Beam: come suona

La prima Sonos Beam ci aveva lasciati piacevolmente impressionati in termini di resa audio, soprattutto considerato l'ingombro contenuto. I tecnici Sonos hanno lavorato bene, trovando un ottimo equilibrio tra i due utilizzi principali del prodotto: come soundbar o come sistema audio per la riproduzione musicale.

Non è cambiato lo schema e il giudizio si ripete anche in questa seconda generazione. I woofer, posti anche ai lati in diagonale, si occupano di gestire al meglio gran parte delle frequenze e i radiatori passivi di enfatizzare le frequenze più basse. Il tweeter centrale permette alle voci di emergere bene dal sottofondo, sia che si tratti di dialoghi di un film, sia che si stia riproducendo un brano musicale. Di rilievo è poi la resa a tutti i volumi, in particolare quelli bassi, dove il suono resta sempre ben equilibrato. La modalità notte permette inoltre di attenuare i suoni più violenti (come spari ed esplosioni) per un ascolto notturno a volumi non troppo sacrificati, senza far saltare per aria gli occupanti della casa o il vicino al primo botto.

Come già detto nella recensione del primo modello, Sonos Beam suona bene da sola, ma trova in una coppia di Sonos One come satelliti posteriori il perfetto completamento, creando un sistema home theater semplice, ma efficace.

L'assunto è vero anche per questa seconda generazione, che però gioca meglio le sue carte anche da sola. Il nuovo chip e il supporto ai formati multicanale non compressi, Dolby Atmos in primis, migliora la resa della soundbar in modo netto. Se sul fronte dell'immersività l'assenza di altoparlanti orientati verso il soffitto non permette di fare miracoli, sul fronte del posizionamento il passaggio al Dolby Atmos fa nettamente la differenza.

L'attivazione dell'audio multicanale 'alza' in modo netto il suono, che sembra dunque provenire direttamente dalle immagini riprodotte dal TV: la sensazione di essere 'dentro il video' migliora di molto. Aumenta anche il senso di immersività complessiva, ma per un audio da sistema home theater i satelliti posteriori restano necessari. Tra gli accessori è possibile aggiungere anche un subwoofer (sempre wireless): vista la buona resa complessiva non è necessario, soprattutto per il pubblico d'elezione di un prodotto compatto come Beam.

L'attivazione del Dolby Atmos svuota un po' di corpo le frequenze medie e basse: la resa audio è godibile per film e serie TV, mentre qualcuno potrebbe preferire un audio stereo per la visione di concerti e clip musicali.

Più semplice l'installazione

Sonos ha reso più semplice l'installazione del prodotto, sia che si tratti di una prima installazione, sia che invece si stia aggiungendo Sonos Beam Gen2 a un sistema già presente. L'aggiunta del chip NFC aiuta a semplificare l'accoppiamento con lo smartphone, ma anche la procedura che fa emettere alla soundbar un suono 'codificato' permette di aggiungere facilmente Beam Gen 2 ai dispositivi disponibili nell'app Sonos S2.

Sonos Beam Gen2: rinnovata e promossa

Squadra che vince non si cambia, ma magari la si rinforza. Questo è il motto che devono aver seguito gli ingegneri Sonos nella progettazione di Sonos Beam Gen2. Il collaudato schema audio non è cambiato, ma l'aggiunta di potenza al processore ha aperto il campo ai formati audio multicanale, con una resa complessiva interessante. Naturalmente chi cerca il massimo dell'immersività dovrà scalare su un prodotto più complesso, grande e costoso come Sonos ARC, ma chi cerca invece una soundbar che sia in grado di migliorare in modo netto l'audio del proprio TV e possa anche fungere da sistema Hi-Fi per un ascolto non troppo impegnato trova in questa seconda generazione di Beam un prodotto completo.

Sebbene il prezzo sia aumentato rispetto al primo modello (499 € contro 449 €) la nuova Sonos Beam Gen2 resta in una fascia di prezzo abbastanza accessibile e gioca bene le sue carte nei confronti di prodotti dal simile posizionamento. Rispetto ad altre soundbar, poi, può fare leva su dimensioni decisamente compatte, su un'estetica che la distingue dalla massa (soprattutto in livrea bianca) e sulla perfetta integrazione Multi-Room del sistema Sonos, che trova negli altri prodotti in gamma soluzioni complementari per ascoltare musica in tutte le stanze di casa, anche con prodotti portatili come Sonos Move e Sonos Roam.

4 Commenti
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silversteve04 Novembre 2021, 08:16 #1

Sistema home theatre

Salute a tutti
Mi interessa la soluzione proposta con l'aggiunta dei due Sonos One ma adesso vorrei fare una domanda che probabilmente molti di voi giudicheranno sciocca ma tenete presente che non ho alcuna esperienza nel settore . Per problemi di spazio i due One verrebbero collocati più o meno all'altezza delle teste (in posizione più rialzata ovviamente) di chi si siede di fronte al tv e mi chiedevo se tale posizionamento non pregiudichi troppo l'"effetto home theatre" . Insomma non avrei lo spazio per posizionarle ad almeno un metro alle spalle di chi guarda la tv e non vorrei che tale situazione smorzasse troppo le caratteristiche del multicanale .
TecnoPC04 Novembre 2021, 10:23 #2
A meno che non si disponga di un ambiente dedicato dove disporre "da manuale" i diffusori, le soluzioni domestiche sono sempre frutto di un compromesso. L'ideale (come sempre) sarebbe fare una prova a casa e sentire il rendimento.

Non discuto la qualità Sonos ma un impianto 3.1 (soudbar + satelliti + sub) avrebbe un costo troppo elevato, per quella cifra si può far molto meglio.
silversteve05 Novembre 2021, 17:21 #3

Sistema home theatre

Ciao Tecno ti ringrazio per la risposta . Capisco che non sarebbe l'ideale avere i diffusori posteriori in quella posizione e che dovrei comunque scendere a dei compromessi come dici tu . Circa i costi dell'impianto invece permettimi di farti notare che nell'articolo di Colombo l'acquisto del sub venga considerato praticamente superfluo :
" Tra gli accessori è possibile aggiungere anche un subwoofer (sempre wireless): vista la buona resa complessiva non è necessario, soprattutto per il pubblico d'elezione di un prodotto compatto come Beam."
ramses7707 Novembre 2021, 08:20 #4
Domanda banale: per funzionare in Atmos, anche la TV deve essere Atmos compatibile, oppure il passthough delegherebbe la gestione audio alla soundbar?

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