Le casse near-field attive Sony SA-Z1 sono la cosa migliore che si sia 'sentita' a IFA 2019
Doppio woofer contrapposto, array di tre tweeter in grado di arrivare a 100 kHz, amplificatore ibrido D-A. con elementi in al nitruro di gallio (GaN) e possibilità di regolazione dell'allineamento temporale del fronte d'onda dei diversi driver: il sistema di casse near-field attive Sony SA-Z1 è la cosa migliore che si sia sentita a IFA 2019
di Roberto Colombo pubblicata il 12 Settembre 2019, alle 13:21 nel canale Audio VideoSony
Sono un individuo facilmente impressionabile. Soprattutto quando si tratta di audio high-end. Ricordo ancora con estremo piacere quella volta che ho indossato le cuffie Shangri-La di Hifiman, collegate al loro amplificatore personalizzato e - similmente - quando recentemente ho avuto un secondo contatto con le Sennheiser HE 1, anch'esse con il loro amplificatore dedicato: in entrambi casi parliamo di sistemi con driver planari elettrostatici dal costo che si aggira sui 50.000€. Altra esperienza che ricordo in modo vivido è quella della presentazione alla stampa del progetto "Masters" (sottotitolo 'Battisti come non l'hai mai ascoltato'), basato su 60 brani del più famoso cantautore italiano, recuperati dai nastri originali e rimasterizzati in formato con la possibilità di ascoltare dal vivo dei vinili su un giradischi Kronos Pro con una coppia di casse Bowers&Wilkins Diamond 800 D3.
Devo confessare che dal comunicato stampa non mi aspettavo un'esperienza altrettanto memorabile avvicinandomi alla sala per la demo privata del sistema di casse near-field Sony SA-Z1, appartenente alla famiglia Signature Series. Già dal primo contatto dal vivo si possono invece apprezzare in modo differente le dimensioni e la qualità dei materiali.
Pur essendo casse 'da tavolo' hanno un'impronta a terra non indifferente, soprattutto in lunghezza, a causa del particolare design che adotta due woofer contrapposti, che riprende la struttura dei tamburi giapponesi Tsuzumi. Il woofer posteriore vede di fronte a sé un condotto di espansione dei bassi che convoglia il suono verso il frontale, per permettere di posizionare le casse anche a filo del muro. Uno dei tecnici presenti ha anche accennato al fatto che il woofer posteriore possa essere spento e fungere da risonatore passivo.
In generale il suono è ampiamente personalizzabile. Ad esempio il sistema multi-amplificatore di SA-Z1 e il Field Programmable Gate Array (FPGA) sincronizzano il fronte d'onda tra i woofer e i tweeter I-ARRAY montati sulla struttura frontale per assicurare la coerenza temporale del fronte d'onda, ma l'utente può agire su un comando per modificare l'allineamento è spostare virtualmente la scena sonora.
Il sistema di driver I-ARRAY è parte fondamentale del sistema. L'ampio tweeter principale a cupola bilanciato punta a garantire un eccellente realismo ad alta frequenza, mentre i tweeter integrati più piccoli espandono la risposta fuori asse, con una risposta fino 100kHz. A questo proposito, il circuito di amplificatore ibrido D.A., ereditato dall’amplificatore per cuffie TA-ZH1ES della Signature Series, si è evoluto, integrando un nuovo semiconduttore di potenza al nitruro di gallio (GaN). Il GaN riduce in maniera significativa la distorsione e conferisce al circuito dell’amplificatore ibrido D.A. la capacità di riprodurre suoni da 100 kHz.
L'ascolto su misura è uno degli obiettivi che i tecnici giapponesi hanno voluto perseguire e, come già accennato, l'utente può modificare numerose impostazioni, tra cui il rapporto di miscelazione tra amplificatore digitale e analogico, il controllo dei movimenti e la frequenza di taglio del woofer ausiliario e la regolazione dell’allineamento temporale del tweeter ausiliario. Trattandosi di casse di prossimità, pensate per un ascolto da distanza ravvicinata, il suono è meno influenzato dalle condizioni acustiche della stanza in cui si trovano.
Alla dimostrazione erano presenti altri due giornalisti e abbiamo ci siamo ritrovati a fare un po' il 'gioco della sedia' e contenderci lo sgabello frontale e centrale, mentre gli altri due erano uno esattamente dietro e l'altro a fianco di quest'ultimo. Sebbene lo 'sweet spot' fosse esattamente dove era posizionato lo sgabello frontale, la resa della scena sonora era decisamente buona anche nelle posizioni limitrofe, un interessante segnale che per l'ascolto nella vita reale non bisogna mummificarsi in una posizione, ma che c'è un minimo di flessibilità.
L'ampiezza e il realismo della scena sonora sono i due aspetti che più mi hanno colpito, assieme all'estrema nitidezza dei suoni riprodotti su tutta la gamma di frequenze. In particolare la registrazione di una performance jazz dal vivo con dialogo di introduzione con il pubblico ha reso evidenti le capacità del sistema, in grado di proiettare l'ascoltatore lì sul palco, di fianco al microfono e in mezzo agli strumenti.
Dal terrore negli occhi del giapponese quando l'amico Emidio di AVMagazine si è avvicinato con una mano per toccare una delle casse (se fosse stato un samurai avrebbe estratto la sua katana e tranciato di netto quella mano), la sensazione è che la demo fosse stata preparata nei minimi dettagli in termini di posizionamento delle casse e di regolazioni dei vari parametri di riproduzione. Sarebbe interessante poter valutare poi quanto tale perfezione sonora sia facilmente raggiungibile da un normale cliente che acquistasse il sistema di casse attive e le posizionasse sul proprio tavolo o sulla scrivania.
Il sistema audio accetta diverse sorgenti. Le connessioni di ingresso analogico includono RCA, stereo mini e XLR bilanciato. Gli ingressi digitali includono USB-B, ottico e micro-USB per Walkman. Il sistema supporta fino a PCM 32 bit/768 kHz e DSD 22,4 MHz.Inoltre il sistema DSD Remastering Engine consente di convertire tutte le fonti musicali PCM in DSD 11,2MHz, avvalendosi dell’elaborazione FPGA.
Dal punto di vista audio il sistema Sony è certamente un piacere. La nota spiacevole non risuona dalle casse, ma ha la forma d'onda di una fitta al cuore quando si apre il portafoglio e passando in cassa si devono sborsare 7.000 €.
3 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infono abbiamo musica che lavori a 20kHz...quindi?
e il subwoofer cono-contro-cono? non ditemi che è una novità perchè li si faceva in casa già negli anni 90! e anzi li si montava almeno in maniera di comprimere l'aria per dei bassi più potenti.
fanno tanto figo e tanto HI-End ma l'inutilità è totale;
poi DEVONO suonare bene, se no fanno pure brutta figura.
;-)
no abbiamo musica che lavori a 20kHz...quindi?
e il subwoofer cono-contro-cono? non ditemi che è una novità perchè li si faceva in casa già negli anni 90! e anzi li si montava almeno in maniera di comprimere l'aria per dei bassi più potenti.
fanno tanto figo e tanto HI-End ma l'inutilità è totale;
poi DEVONO suonare bene, se no fanno pure brutta figura.
Le risposte in frequenza della sezione centrale è solitamente più lineare di quella nella zona degli alti e dei bassi. Quindi per aumentare la linearità della risposta in frequenza si allarga la stessa risposta in frequenza del trasduttore e così facendo ottieni anche un range di valori più esteso sia verso il basso che verso l'alto, ma non perchè vi siano umani che riescono a sentirle.
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