Ha senso un giradischi nel 2019? L'opinione di Tom DeVesto di Como Audio
In occasione del lancio del giradischi Bluetooth Como Audio Turntable BT ho fatto quattro chiacchiere con il fondatore del marchio Tom DeVesto su vinili, tecnologia e qualità audio
di Roberto Colombo pubblicata il 08 Luglio 2019, alle 15:41 nel canale Audio VideoComo Audio
71 Commenti
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Io ho vinili di 30 e passa anni in buonissime condizioni...
C,s,ò,sòàò,àsò,às
1)che il vinile sia "stampato" dal master (cosa da dopo gli anni 2000 non accade nel 99.9% dei casi, i dischi che sono in vendita adesso sono mere ristampe dei cd su un diverso supporto).
2)ci vuole un giradischi BUONO che costa un botto, e poi va tarato a puntino (cosa che se non la sai fare costa un'altro botto farsela fare)
3)la puntina deve essere eccellente e una puntina eccellente costa due botti e mezzo
3)il preamplificatore che può costare da un paio di botti a un paio di utilitarie... in ogni caso non ci si cava le gambe con poco.
4)l'amplificatore idem come sopra
5)le casse, considerando che l'equazione per calibrare un'impianto è: se hai 100 80 va nelle casse 20 il resto, fatevi i conti da soli di quanti botti servono.
6)NO BLUETOOTH!
Ricapitolando se non siete amanti/collezionisti di prime stampe originali di roba degli anni 70 lasciate perdere, se pensate con meno di un migliaio di euro di cavarvela lasciate perdere e ascoltate i cd, il vinile per suonare IN TEORIA meglio del digitale ha bisogno di un impianto come sopra, il resto è psicoacustica
A parte certe esagerazioni comunque concordo su quasi tutto, solo vorrei capire da dove nasce la leggenda che un vinile suonato con tutti i crismi del caso cioè possibilmente con giradischi con braccio tangenziale perchè i master sono incisi con torni che hanno bracci tangenziali e tutto quanto hai detto al top, possa suonare meglio di un CD trattato con gli stessi accorgimenti, tutti puntano il dito sul campionamento digitale e contemporaneamente si dimenticano del processo di enfasi/deenfasi RIAA e del fatto che i bassi su vinile sono registrati rigorosamente in mono, solo questi 2 particolari fanno cadere tutto il castello costruito proprio dalle basi.
Poi non nego che si possano fare ottimi ascolti con i vinili ed anche io ho un discreto impianto per ascoltarli, ma di fronte ad un pari livello impianto digitale non c'è niente da fare.
Purtroppo in alta fedeltà girano miti impossibili da eradicare dei quali ci sarebbe da parlare per giorni e forse va bene anche così, alla fine è anche un gioco e come tale andrebbe preso.
Per inciso sono convinto anche che molti cultori dell'alta fedeltà poi nella vita reale non hanno mai nemmeno sentito suonare una vera orchestra di strumenti acustici dal vivo però criticano il modo con cui suonano ad esempio i violini in un determinato impianto senza averli mai ascoltati realmente.....
Io ho vinili di 30 e passa anni in buonissime condizioni...
C,s,ò,sòàò,àsò,às
Quoto, ho dischi comprati ai tempi (sono vecchio) che ancora dicono la loro senza problemi, i dischi peggiori sono quelli stampati a cavallo dell'ingresso dei CD perchè l'industria aveva lasciato perdere il vinile per puntare sul nuovo supporto che ahimè non era ancora pronto per cui sia i CD che i vinili degli anni '80 suonano mediamente male, oggi poi la musica di massa è mirata all'ascolto usa e getta con apparecchi da pochi euro per cui la qualità media è andata a farsi benedire all'altare della compressione dinamica perchè gli apparecchi medi con cui viene ascoltata la musica oggi se gli si dessero in ingresso brani dalla dinamica reale andrebbero in crisi mistica......
Dillo ai miei dischi di fine anni 50, tutti sbriciolatissimi
Il paradosso è che l'impianto di registrazione multitraccia era uno dei primi su nastro con tracce "digitali" , ma non esistevano ancora i CD .
Si passava tutto mixato su un nastro analogico stereo , e poi ci si spostava al "tornio" per creare il master metallico (grosso macchinario messo in una stanzetta a fianco dello studio).
Il master lo portava poi il tecnico presso una fabbrichetta che stampava i vinili + buste ecc. ecc.
Che tempi ... :-)
E' verissimo, il vinile ha una durata limitata, e si deteriora inesorabilmente.
Ciononostante, la musica digitale dura ancora meno e non perché si deteriori ma perché siamo così pieni di nuove uscite di dischi da tutto il mondo che un file di due o tre anni fa è morto e sepolto. Tranne rari casi.
Ma oggi ci sono i formati digitali ad alta risoluzione che se riprodotti su un DAC di qualità sono meglio di un vinile... lo dicono la fisica e la fisiologia dell'orecchio umano...
e poi spesso questi super esperti audiofili di fronte ad un ascolto al buio smentiscono se stessi...
Concordo, e secondo me è una cosa normale, io stesso quando ascolto un vinile anni '60 o '70, di quelli che ascoltavano i miei genitori, ho l'impressione che sia il suono più perfetto del mondo...poi lo riascolti in flac, ti rendi conto che è superiore ma continui a preferirlo nel modo che ti emoziona di più, e se lo vada a prendere nello stoppone la qualità.
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