Bose chiude tutti gli store in Europa, America, Giappone e Australia: ecco cosa sta succedendo
Con l'obiettivo di concentrarsi maggiormente sulle vendite online Bose ha deciso di chiudere tutti gli store fisici proprietari in quattro aree geografiche del mondo. Ecco tutti i dettagli
di Nino Grasso pubblicata il 16 Gennaio 2020, alle 16:41 nel canale Audio Videobose
Dopo 27 anni di vendite negli spazi proprietari sparsi in tutto il mondo Bose ha annunciato la chiusura di tutte le operazioni retail in America del Nord, Europa, Giappone e Australia. Abbiamo appreso la notizia attraverso un comunicato ottenuto e divulgato dal sito TheVerge, secondo il quale i negozi retail del colosso audio americano verranno chiusi nelle quattro aree geografiche descritte entro i prossimi mesi. L'obiettivo? Puntare esclusivamente, e con maggiore forza rispetto ad oggi, sulle vendite online.
Bose ha dichiarato di voler chiudere 119 negozi fisici nel corso dei prossimi mesi, tuttavia continuerà a mantenere aperti circa 130 store in Cina e negli Emirati Arabi Uniti, con store aggiuntivi la cui apertura è stata pianificata in India, sud-est asiatico e Corea del Sud: "In origine i nostri negozi al dettaglio davano alle persone un modo per ascoltare e testare i nostri sistemi di intrattenimento multi-componente basati su CD e DVD, discutendone con noi", ha dichiarato Colette Burke, VP Golbal Sales di Bose, alla fonte americana.
La dirigente ha poi continuato: "All'epoca si trattava di un'idea dirompente, ma ci eravamo concentrati su quello di cui i nostri clienti avevano bisogno e dove ne avevano bisogno. E adesso stiamo facendo la stessa cosa". Con la manovra Bose cerca di rispondere alle esigenze del mercato, tuttavia ci saranno delle ripercussioni negative. TheVerge parla di centinaia di licenziamenti in seguito alla decisione mossa dal colosso multinazionale, con la promessa comunque di assistenza e ricollocamento per i dipendenti interessati.
Bose, store chiusi anche in Europa e licenziamenti in vista
La notizia potrebbe essere un duro colpo anche per gli audiofili vecchio stampo che hanno continuato a frequentare gli store audio nonostante le ultime tendenze del mercato, e che preferiscono ascoltare con le proprie orecchie i nuovi modelli piuttosto che affidarsi al parere altrui. Il primo store Bose è stato aperto nel 1993, ma da allora sono cambiate parecchio le modalità di acquisto preferite dagli utenti. Dopo quasi trent'anni il vettore preferito è diventato l'online, e la scelta di Bose è solo l'ultimo dei colpi inferti dall'e-commerce.
I rivenditori fisici stanno avendo ormai da anni vita dura nel tentativo di competere con i servizi degli e-commerce. L'esempio più fulgido è Amazon, che non solo offre spedizioni rapide e prezzi indiscutibilmente migliori, ma ha dalla sua anche una gamma di prodotti vastissima, un servizio post-vendita ineccepibile e certezza matematica di risolvere eventuali problematiche nell'acquisto di un nuovo prodotto. Il tutto pagando l'impossibilità di avere un'interazione fisica durante la fase di acquisto, che per molti può essere un vantaggio.
La chiusura dei negozi fisici Bose non si traduce nella sparizione dei prodotti del colosso americano dal mondo retail: tutti i prodotti verranno regolarmente venduti dalle catene di elettronica, e probabilmente Bose ha iniziato a pianificare una presenza più forte negli store di terze parti all'interno delle aree geografiche che verranno coinvolte nel cambio di strategia. L'azienda, inoltre, continuerà a vendere sullo store ufficiale.
27 Commenti
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Mamma mia che leccata di culo gratuita imbarazzante.
Cavoli, compro da Amazon da anni, ma un minimo di integrità e giornalismo non guasterebbe.
1) la parte in rosso è quanto di meno vero esista.
2) Il verde, un tempo forse: sotto Natale ho avuto 3 casi personalmente imbarazzanti, che mi hanno fatto capire espressamente di non fidarmi più ciecamente di Amazon. Un pacco annullato il 24/12 misteriosamente perso, due pacchi in consegna al mercoled' che non sono arrivati il venerdì, per problemi al Locker e un accordo tacito di Amazon con Poste non comunicato al cliente finale.
3) Il blu: si chiama anche competenze e knowhow: non essendo nessuno di noi Dio in terra, a volte un consiglio può essere gradito. Con il piccolo negozio specializzato che è a volte ancora una buona certezza.
4) Se Nino Grasso è Sheldon Cooper, non è detto che lo sia il mondo intero eh
non solo, ma agli acquirenti più fidati offre anche un servizio di prostitute blue chip (cit) a prezzo scontato
leccata imbarazzante, un minimo di dignità?
Il problema della parte verde è che per quanto in basso possa scendere, è ancora incredibilmente superiore alle terze parti.
Cavoli, compro da Amazon da anni, ma un minimo di integrità e giornalismo non guasterebbe.
1) la parte in rosso è quanto di meno vero esista.
2) Il verde, un tempo forse: sotto Natale ho avuto 3 casi personalmente imbarazzanti, che mi hanno fatto capire espressamente di non fidarmi più ciecamente di Amazon. Un pacco annullato il 24/12 misteriosamente perso, due pacchi in consegna al mercoled' che non sono arrivati il venerdì, per problemi al Locker e un accordo tacito di Amazon con Poste non comunicato al cliente finale.
3) Il blu: si chiama anche competenze e knowhow: non essendo nessuno di noi Dio in terra, a volte un consiglio può essere gradito. Con il piccolo negozio specializzato che è a volte ancora una buona certezza.
4) Se Nino Grasso è Sheldon Cooper, non è detto che lo sia il mondo intero eh
Sto ancora morendo dalle risate
Diciamo che sotto le feste di Natale un po' tutti gli store online, fanno come vogliono.
Ho avuto un caso simile di un prodotto ordinato il 22 dicembre e arrivato il 7 gennaio (perchè venerdì 3 gennaio Bartolini non aveva voglia di consegnare).
In questo caso non si trattava di Amazon, ma ha ugualmente inventato i tempi di consegna (nulla di grave, sia ben chiaro).
Per quanto riguarda i prezzi Amazon può essere molto competitivo, ma bisogna monitorarlo con estrema assiduità (esistono dei plugin a tale scopo).
Io ho avuto almeno un paio di casi in cui ho preso un nas con un risparmio di oltre 100 euro su uno street price di 500
Sicuramente concordo con te che bisogna sapere già quello che si acquista e documentarsi perchè se ci si affida a quanto scritto nella descrizione c'è da mettersi le mani nei capelli (ci sono degli errori macroscopici e non solo di traduzione).
ma è solo apparenza, ho sperimentato personalmente che non sono preparati. Tra l'altro avevo fatto una domanda commerciale e non tecnica all'Apple Store di Milano.
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