Audio-Technica presenta Hotaru, il giradischi premium multisensoriale

Nasce Hotaru, che vuole essere un giradischi Audio-Technica in grado di attivare i diversi sensi, passando anche dalla vista e utilizzando la luce per rendere ancora più ipnotica la rotazione dei dischi
di Roberto Colombo pubblicata il 09 Aprile 2025, alle 14:34 nel canale Audio VideoAudio Technica
22 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoIl senso dell'udito è il più complesso dei nostri sensi in quanto il suo funzionamento non risponde solo a riflessi condizionati ma è tipo psicoacustico. Ciò spiega perchè è molto difficile definire univocamente se un apparecchio suona più o meno bene.
A questo si aggiunga che giudicare la "realtà virtuale sonora" prodotta da una catena audio per se stessa senza rapportarla al suono reale è esercizio oltremodo pretestuoso oltreché inutile al fine della comprensione del reale livello di qualità degli apparecchi o dei supporti che si stanno ascoltando.
Pertanto la SOLA modalità che ci può aiutare nel comprendere la qualità di un sistema di registrazione/riproduzione musicale è il raffronto tra il suono dal vivo di uno strumento acustico e lo stesso riprodotto da una catena audio.
Ciò premesso analizziamo in sintesi le differenze tra i due sistemi tralasciando volutamente approfondimenti troppo tecnici.
Qualunque segnale musicale digitale ricostruito in analogico deve essere "ricampionato" anche dal nostro sistema orecchio/cervello per farcelo percepire il più possibile simile all'originale. Questa “elaborazione subliminale” genera la cosiddetta “fatica da ascolto” che è inversamente proporzionale alla qualità della catena di registrazione/riproduzione impiegata e direttamente proporzionale alla quantità di lavoro che il sistema orecchio/cervello deve compiere. Tale lavoro é maggiore nel formato CD ( 16bit / 44,1 Khz) e minore in alta risoluzione nativa (24 bit / 96Khz) perché in questo caso il più alto numero di bit usati e la maggiore frequenza di campionamento avvicinano con maggiore approssimazione il segnale campionato a quello originale.
Per meglio chiarire il concetto, facciamo un paragone con la tecnologia delle immagini dove è il nostro sistema occhio/cervello che lavora per ricostruire le immagini reali da quelle virtuali. I vecchi film a passo ridotto, affetti da un visibile sfarfallio, sono molto più faticosi da guardare e con immagini meno naturali rispetto ai moderni film in 35 mm. Lo stesso esempio si può applicare in campo video con i segnali progressivi che generano immagini più fluide e meno affette da disturbi (e quindi più naturali e riposanti) di quelli interallacciati.
Al contrario i sistemi analogici raramente sono afflitti dalla "fatica da ascolto" che può manifestarsi solo usando impianti di scarsissima qualità.
Il sistema digitale a fronte di una maggiore dinamica TEORICA non ha più dinamica REALE dell'analogico. A 16bit si perdono mediamente gli ultimi 8/10 LSB (Last Significative Bit), il che porta ad avere una dinamica effettiva di meno di 40db (inferiore a quella di un vinile, tanto per capirci). A 24 bit le cose vanno molto meglio: 14 bit reali permettono una dinamica di circa 80 db che comunque è uguale a quella che potete ottenere con un buon master recorder.
Una registrazione analogica, a parità di dinamica con una digitale, permette una maggiore "headroom" ed ha caratteristiche di saturazione/distorsione progressiva ed in armoniche pari. In digitale, al contrario, il clipping e conseguente distorsione sono drastici in quanto non c'è modo di sovramodulare oltre lo zero db essendo la parola in bit finita: oltre l'ultimo bit utile infatti c'è totale assenza di segnale.
Nel caso di incisioni, mastering od impianti di riproduzione di scarsa qualità, il digitale porta ad una sensazione di non naturalezza di alcuni suoni (che, per quanto mi riguarda, percepisco come una mancanza di armoniche e di aria intorno agli strumenti) e, nei casi peggiori, a palesi errori di timbrica degli strumenti a fiato e a corda. In alta risoluzione ciò è meno avvertibile ma spesso il suono presenta uno schiacciamento dei piani sonori, perdita di microdettagli ed una certa sensazione di compressione dinamica. D'altronde anche una registrazione analogica se eseguita seguendo i nefasti dettami della "loudness war" praticata oggi nelle incisioni e mastering dalle Major discografiche suonerà affatto bene e naturale.
Il sistema analogico a fronte di un suono di alta qualità, fluido, naturale e privo di fatica di ascolto, presenta limitazioni d'uso secondo gli attuali stili di vita (. . . che poi gli stili di vita di oggi siano giusti o no è un altro discorso . . .): il supporto analogico è più scomodo da usare, pesante da gestire e sopratutto meno produttivo rispetto a quello digitale, aspetto non di poco conto nel mondo musicale odierno dove si chiede di produrre sempre di più ed in minor tempo (ma ovviamente con scarsissimi risultati qualitativi dal punto di vista artistico)
Uno dei maggiori vantaggi del digitale è che ha permesso a chiunque lo desiderasse di potere fare la propria musica, diffonderla in modo poco costoso ed agli altri di ascoltarla. Di fatto dobbiamo ringraziare i lettori MP3 e le cuffiette (entrambi di PESSIMA qualità e responsabili dell'aumento vertiginoso di sordità diffusa tra i giovanissimi) se la musica si è diffusa nuovamente tra la gente dopo un decennio nel quale sembrava ormai defunta. Dopo la quantità ora è però tempo che si ritorni a musica e metodi di registrazione ed ascolto di qualità.
Non dimentichiamo infine che in giro vi sono eccellenti macchine digitali e pessime macchine analogiche, e viceversa, il che può ingenerare non poca confusione ad un primo ascolto.
In conclusione: ha poco senso proclamare un vinto e un vincitore tra due sistemi che hanno princìpi di funzionamento e possibilità d'uso diversi. Inoltre c'è chi preferisce il suono analogico e chi quello digitale. Di certo possiamo dire che a tutt'oggi entrambi se la giocano ad armi pari, ognuno con le proprie caratteristiche, ed il nuovo non ha ancora superato il vecchio.
Personalmente sono un sostenitore della convivenza ( pacifica :-) ) tra i due sistemi che oggi, ma sarà così ancora per molto in futuro, si integrano l'un l'altro. Perciò godetevi la musica con un MP3 se fate jogging o siete in giro, con un CD in sottofondo mentre lavorate, con un formato HD se riuscite (DOVETE !) a prendervi una pausa o con un nastro od un vinile con tutta la naturalezza e musicalità del suono analogico che trasmette subito a livello subliminale le sensazioni emotive evocate dalla musica.
Ah, . . . non dimenticate MAI che nella foto di apertura voi siete quello a sinistra .
Senti, se devi copiare pagine a caso giusto per giustificare tutta sta pappardella, almeno metti la fonte e/o scrivi chiaramente che hai copiato...
http://www.soundfan.it/it/anvsdg_it.html
Ma vediamo i vari punti...
E gia' questo e' falso. E' verissimo che gli orecchi sono individuali, ma la qualita' del suono si puo' tranquillamente misurare con strumentazione appostita, che fa delle misurazioni quantitative e quindi assolutamente prive di bias soggettivi. Ad esempio gli analizzatori di spettro con i quali e' possibile vedere la risposta in frequenza di determinati impianti a parita' di segnale in ingresso. Quindi la soggettivita' dell'orecchio non c'entra niente con la qualita' assoluta di un impianto sonoro. Che poi tu sei abituato ad una certa sonorita' mentre altri ad altre (ad esempio a me piace molto il suono delle Bose che ad altri audiofili non piacciono perche' non hanno una risposta piatta come vogliono loro) e' un conto, ma nulla toglie alla possibilita' di analizzare la qualita' di un impianto sonoro, che si misura nella distorsione (differenza) fra il master che viene registrato e quello che arriva all'orecchio/microfono di misura.
La fatica di ascolto non c'entra una mazza con la frequenza ed il ricampionamento. Prima di tutto e' proprio una roba fisiologica, dovuta alla troppa esposizione al suono o rumore. Puoi avere fatica di ascolto mentre sei a lavoro, mentre sei in mezzo al traffico, fra la folla che urla etc, e non ci vuole molto a capire che li' la frequenza di campionamento non c'entra una mazza. Inoltre all'orecchio della frequenza di campionamento non arriva niente, perche' il segnale digitale viene ovviamente convertito in analogico per arrivare al trasduttore ed essere convertito in onda sonora, quindi a quel punto del campionamento non rimane niente, rimane quello che comporta sull'analogico, come il taglio alle alte frequenze etc. Anche questa quindi e' una cavolata cosmica. Il paragone con i vecchi film e' cosi' stupido che manco vale la pena commentarlo.
E questo chi lo dice scusa? Quale sarebbe la motivazione tecnica di questa affermazione?
Sta cosa non significa niente... gli ultimi bit non si perdono perche' e' cosi' e basta, si possono perdere solo perche' c'e' uno scarso processing che porta il segnale audio dal master alla scrittura digitale, ma sarebbe la stessa identica cosa se con gli stessi strumenti porti il segnale sul vinile. Basta studiare un po' di teoria e conoscere le basi del rapporto segnale/rumore SNR per capire che e' questo che porta ad eventuali peggioramenti della qualita' audio.
Sta cosa e' parente dello scappellamento a destra. Se quello che vuole dire, in maniera totalmente sbagliata, e' che oltre il campionamento con i bit tutti pari ad 1 non si puo' andare, questo e' assolutamente vero, ma e' lo stesso anche con l'analogico dato che semplicemente si arriva ad una saturazione che porta ad una distorsione del segnale. Per ovviare a questo si deve regolare la potenza del segnale in maniera tale da sfruttare la dinamica disponibile (e si torna al caso precedente), ma questo vale sia per il digitale che per l'analogico... Diciamo che questa e' una supercazzola prematurata.
Una pappardella per dire semplicemente che se il master fa ca*are allora anche la registrazione e' di bassa qualita'.. e grazie... La palese maggior naturalezza del vinile e' evidentemente una cosa che non sta ne' in cielo ne' in terra. L'unica spiegazione che si puo' dare e' la cavolata del "suono caldo", che altro non e' che il taglio delle alte frequenze dovuto ai limiti meccanici del disco e della testina. Se tagli le alte frequenze ovviamente riduci anche i disturbi a quelle frequenze ma, ripeto, non rende il vinile migliore, perche' il digitale riproduce comunque meglio il suono del master. Se il master fa pena, anche la registrazione fa pena, e se ci sono problemi alle basse frequenze stai tranquillo che anche il vinile fa pena.
Una pessima arrampicata sugli specchi. Si dice che il vinile e' piu' limitante nella fruizione (e questo e' vero), ma si cerca poi di arrampicarsi, appunto, andando a parare su una cosa che non c'entra una fava, come la riduzione della qualita' artistica della musica odierna... ma che cavolo c'entra?
La diffusione in modo poco costoso era nata gia' nell'era analogica, con il mai troppo rimpianto walkman, che ha portato la musica in mobilita'.
Che gli MP3 siano la causa della sordita' diffusa fra i giovanissimi e' una vaccata che spero nessuno possa crederci veramente, come le cuffie di pessima qualita'. Quello che rende sordi e' il volume delle cuffie. Se le tieni sempre al volume massimo ovvio che alla lunga l'udito ne risente, ma non c'entra con la qualita' sonora, evitiamo di sparare cavolate. E ovvviamente anche qua spunta il mantra da hipster "si stava meglio quando si stava peggio"... Oh, anche a me la musica di oggi fa pena e ascolto quasi sempre dischi di qualche anno fa (anche se cercando c'e' musica moderna che vale molto, da Kiwanuwa a Doechii), ma stiamo parlando di presunta scarsa qualita' oggettiva del digitale e del vinile, non c'entra una mazza se sopra ci sono registrati i pink floyd o la trap.
E perche' dovrebbe generare confusione? Quello che e' chiaro e' che a parita' di budget in genere si riesce a sentire meglio un flac che un vinile. Se poi per te e' normale spendere 10.000 euro per apprezzare un vinile che cosi "eeehh lo vedi che suona meglio del flac???" Direi grazie al piffero... spendi quei 10.000 euro in un preamplificatore, amplificatore, casse etc ed attaccaci un buon Fiio e vediamo se suona meglio il digitale o il vinile...
In conclusione... Un articolo totalmente privo di senso, pieno di strafalcioni e robe palesemente false basate sul niente ma oh, devo dire che il vinile e' meglio, tanto la gente ci crede per fede... Quello che e' chiaro e' che NO, NON se la giocano ad armi pari. A parita' di master il digitale e' in genere una sorgente migliore, e a parita' di budget il digitale si sente meglio, inoltre e' piu' facile portarsi il digitale dietro e quindi e' pure piu' pratico. Se a te piace annusare il vinile perche' cosi' la musica la senti meglio ok, ma non venire a dire che si tratta di una qualita' oggettiva, perche' l'oggettivita' ha un chiarissimo vincitore, e non e' il vinile.
Andava quasi bene fino all'ultima frase: "ascoltate quello che volete, ma se volete ascoltare la per bene usate il nastro o il vinile". Non c'e' bisogno di ripete quanto sia falsa quest'ultima affermazione.
Ripeto, se devi copiare da un sito almeno fallo per bene.
In definitiva, l'articolo e' completamente inutile e privo di senso, non spiega niente e spara una marea di cavolate.
Chi millanta la superiorità' del vinile rispetto al digitale ha soltanto un unico motivo per poterlo fare: ovvero il fatto che chi ascolta i vinili in genere spende molti piu' soldi per l'impianto audio, avendone uno di miglior qualita' rispetto a chi ascolta solo il digitale. Ma non c'entra niente con la sorgente audio, probabilmente se attaccassero il lettore FLAC avrebbero una qualita' audio nettamente superiore.
Ovviamente questa puo' essere anche una necessita', dato che DEVI spendere piu' soldi per ascoltare un vinile con buona qualita', quindi giocoforza di devi autoconvincere che e' meglio perche' ti devi giustificare la spesa.
Quindi in definitiva i vinofili affermano la superiorita' esclusivamente per un discorso di status symbol, perche' siccome spendono una marea di soldi devono sentirsi superiori alla massa, come quelli che guidano le auto d'epoca o si vestono con le bretelle e hanno i baffi... E' un modo come un altro per cercare di distinguersi dalla massa in maniera superficiale e banale.
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