Dalle radio a transistor ai Micro LED: il viaggio di Hisense da Qingdao al mondo intero

Dalle radio a transistor ai Micro LED: il viaggio di Hisense da Qingdao al mondo intero

Una delle realtà a maggiore crescita nel mondo dell'elettronica di consumo, Hisense Group, affonda le sue radici nella storica città portuale di Qingdao, famosa per la sua birra. Ed è proprio qui il centro nevralgico dell'espansione mondiale dell'azienda, che sta investendo massicciamente in infrastrutture e ricerca per consolidare ulteriormente la propria leadership tecnologica.

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Hisense
 

Qingdao rappresenta molto più di una semplice sede aziendale per Hisense Group: è, infatti, il cuore strategico da cui la multinazionale cinese sta costruendo la sua leadership mondiale in diversi ambiti dell'elettronica di consumo. La città portuale della provincia di Shandong, situata sulla punta meridionale della penisola omonima e affacciata sul Mar Giallo, vanta una storia unica che ha plasmato il carattere cosmopolita che oggi la contraddistingue. Una storia che merita di essere raccontata.

Con una superficie amministrativa di oltre 11 mila chilometri quadrati e una popolazione permanente superiore ai 10 milioni di abitanti, Qingdao si è affermata come uno dei centri economici più dinamici della Cina orientale. La peculiarità storica di Qingdao deriva dal periodo coloniale tedesco, quando nel 1897 la città venne ceduta alla Germania. La concessione della baia di Kiautschou, esistita dal 1898 al 1914, trasformò radicalmente quello che era un modesto villaggio di pescatori chiamato Jiao'ao. I tedeschi pianificarono sistematicamente la costruzione di una città moderna, dotandola di ampi viali in stile europeo, edifici governativi, elettricità e acqua corrente, ed è proprio l'architettura tedesca a caratterizzare ancora oggi il distretto storico di Badaguan, conosciuto come "Otto Grandi Passaggi".

L'eredità tedesca più celebre rimane la Germania-Brauerei, fondata nel 1903 e divenuta successivamente la famosa Tsingtao Brewery. Il Museo della Birra di Qingdao, ospitato nell'edificio rosso a due piani di stile gotico costruito dai tedeschi nel 1903, rappresenta oggi una delle attrazioni turistiche più significative della città. Il museo conserva i quattro enormi recipienti di rame per la produzione, fabbricati in Germania e utilizzati fino al 1995, oltre a fotografie storiche e manufatti donati dai discendenti del personale tedesco e giapponese. La struttura multifunzionale può ospitare più di 100 visitatori e offre degustazioni di birra fresca oltre che opportunità di acquisto di souvenir.

C'è da dire, però, che il patrimonio edilizio di epoca tedesca si trova oggi circondato da un panorama urbano che narra decenni di sviluppo impetuoso e metamorfosi profonde.

Lo skyline di Qingdao si è trasformato negli ultimi tempi in una foresta di grattacieli che svettano verso il cielo e, tra i protagonisti di questa trasformazione urbana, emerge Hisense Group, che ha scelto strategicamente Qingdao come base per la propria espansione globale, stabilendo qui il proprio quartier generale e investendo massicciamente nello sviluppo urbano della città. Fondata nel 1969, l'azienda si è impegnata in diversi investimenti immobiliari espandendo la propria presenza nel mercato locale. Attualmente, il gruppo impiega oltre 100 mila persone in tutto il mondo, con una forza lavoro significativa concentrata proprio a Qingdao.

Da piccola fabbrica di radio a colosso dell'elettronica globale

La storia di Hisense nasce nel 1969, quando venne fondata la Qingdao No.2 Radio Factory su iniziativa del governo municipale, destinata alla produzione di radio a transistor. Già un anno più tardi, l'azienda decise di diversificare la produzione affiancando alla propria line-up di radio a transistor anche televisori in bianco e nero, realizzando così il primo modello da 14 pollici per il mercato cinese. A 10 anni dalla creazione, la ragione sociale diventava Qingdao General Television Factory, e la produzione dei televisori a colori rappresentava ormai l'attività principale dell'azienda, che nel 1981 poteva contare 835 dipendenti realizzando ricavi in costante crescita.

Gli anni Novanta rappresentarono il periodo di consolidamento e prima espansione internazionale. Nel 1994, l'azienda divenne Hisense Group e avviò una politica di espansione attraverso l'acquisizione e l'incorporazione di altre aziende elettroniche cinesi. Il 1996 fu particolarmente significativo: Hisense venne designata dal governo cinese come una delle aziende nazionali di elettronica per la produzione di televisori a grande schermo e, contemporaneamente, fece il primo passo verso l'internazionalizzazione fondando Hisense South Africa in ottobre, stabilendo una joint-venture per l'assemblaggio di condizionatori e televisori. Nello stesso periodo l'azienda aveva anche fatto ingresso nel settore degli elettrodomestici rilevando alcune aziende del settore e siglando anche una partnership industriale con la giapponese Sanyo per la produzione di condizionatori d'aria.

Il periodo intorno all'inizio del nuovo millennio fu caratterizzato da investimenti massicci in ricerca e sviluppo, con il fatturato che crebbe esponenzialmente passando da 8,2 miliardi di yuan nel 1998 a 13,9 miliardi nel 2000. L'ingresso della Cina nell'Organizzazione mondiale del commercio nel 2001 diede ulteriore impulso alla crescita, incrementando notevolmente le esportazioni verso l'Europa. La strategia di internazionalizzazione si intensificò negli anni 2000, in particolare in Europa grazie all'apertura della prima filiale commerciale europea. Tuttavia, la presenza strutturata e organizzata dell'azienda in Italia è iniziata con l'apertura della sede di Milano, che ha celebrato i suoi primi 10 anni di attività nel 2022. Durante il suo primo decennio, l'azienda ha costruito progressivamente una rete di assistenza tecnica sviluppando rapporti solidi con i distributori e registrando una crescita continua.

Nel 2022, per festeggiare il traguardo dei 10 anni, Hisense Italia ha inaugurato il primo showroom italiano presso la sede di Milano, occupando oltre 700 metri quadrati di superficie espositiva. Lo spazio è stato progettato per presentare tutte le categorie di prodotto dell'azienda, dai TV & Audio ai grandi elettrodomestici, dai piccoli elettrodomestici ai sistemi di climatizzazione. La strategia italiana di Hisense (qui potete trovare un riassunto delle novità in dirittura d'arrivo nel nostro paese) ha permesso di ottenere frutti significativi: nel 2024 l'azienda ha registrato una crescita del 34% nel nostro paese, un risultato decisamente rilevante se si considera l'andamento negativo del mercato nazionale.

Globalmente, la struttura aziendale si articola in particolare su 31 centri di R&D e 36 poli produttivi e industriali distribuiti su scala mondiale, con una presenza diretta in 64 società e uffici esteri. Nel solo 2024, il fatturato estero ha superato i 12 miliardi di euro, pari al 46,3% del totale (oltre 26 miliardi di euro), segno tangibile di una proiezione internazionale ormai consolidata.

Questi numeri derivano dai risultati di Hisense e da quelli degli undici brand collegati al marchio cinese:

Asko, Hitachi, Toshiba, York, Changelight, Gorenje, Sanden, Kelon, Ronshen, KE Electric, Viddà.

La strategia di espansione globale si fonda sul principio "Think global, Act local", ci ha spiegato Wood Bi - Assistant Vice President di Hisense International - durante un incontro organizzato presso l'enorme e sontuosa sede principale dell'azienda a Qingdao.

Oggi, il gruppo ha depositato oltre 60 mila brevetti, ha partecipato allo sviluppo di 69 standard internazionali, 309 standard nazionali cinesi e 229 standard di settore, e ha ricevuto sette premi nazionali per il progresso scientifico e tecnologico. L’impegno nella ricerca si traduce in piattaforme proprietarie come ULED, che integra chipset, design ottico e tecnologie dei pannelli per offrire agli utenti un'elevata qualità dell'immagine unita a consumi energetici ridotti e sistemi per la protezione della vista. La retroilluminazione RGB-Mini LED, che vedremo presto anche in Italia, rappresenta inoltre un passo avanti rispetto alle soluzioni tradizionali, grazie alla gestione avanzata di luce e colore e a una gestione intelligente tramite algoritmi proprietari orientati al miglioramento della qualità complessiva.

Nel settore dei proiettori laser, Hisense ha raggiunto traguardi di rilievo con la tecnologia LPU, capace di una luminosità di 1.500 nit, e una nuova tecnologia per schermi che aumenta del 50% l’efficienza ottica. Il portafoglio brevettuale in questo ambito sfiora i 3 mila brevetti, di cui oltre mille già approvati. Nel campo dei Micro LED, inoltre, il gruppo ha sviluppato il primo sistema verticale del settore, che copre tutte le fasi dalla ricerca sul chip al packaging di precisione. Il 2025 vedrà il lancio del primo TV Micro LED consumer da 136 pollici al mondo, con 24,88 milioni di unità auto-illuminanti. L’integrazione dell’intelligenza artificiale è un altro pilastro della strategia di crescita tecnologica dell'azienda: il large language model (LLM) proprietario Xinghai include modelli generativi e multimodali, con lo scopo di alimentare un assistente intelligente in grado di combinare dati proprietari e ricerche esterne puntando verso un’accuratezza superiore al 90% nelle risposte. Il sistema operativo VIDAA, adottato anche da Toshiba e altri brand oltre che da Hisense, offre raccomandazioni personalizzate, modalità dedicate ai bambini, integrazione con la smart home e supporto multilingue, con 3 miliardi di ore di utilizzo mensili e una valutazione media di 4,8 su 5, secondo i dati rilasciati dall'azienda.

La produzione in Cina, contro gli stereotipi più diffusi

L'attenzione alla sostenibilità permea ogni aspetto della governance aziendale: Hisense integra principi low-carbon in tutte le operazioni, promuove il "Technology for Good, Business for Good" e celebra ogni anno il Global Charity Day il 19 ottobre. L'obiettivo dichiarato è costruire un'azienda centenaria, affidabile e responsabile, capace di portare benessere a milioni di famiglie nel mondo attraverso prodotti e servizi di alta qualità venduti a un prezzo abbordabile in relazione alle caratteristiche messe sul piatto. L'impressione che abbiamo avuto durante la nostra visita a Qingdao è che l'azienda non è disposta ad accettare passi falsi e non è in alcun modo preoccupata dal confronto con le realtà occidentali in nessun ambito.

È probabilmente proprio per questo che ci ha dato la possibilità più unica che rara di visitare le fabbriche in cui i prodotti progettati dall'azienda iniziano a prendere vita. Varcare la soglia dello stabilimento Hisense di Qingdao per il settore HVAC (Heating, Ventilation, and Air Conditioning) significa entrare in quello che il World Economic Forum ha riconosciuto come la prima "Lighthouse Factory" al mondo nel settore VRF, un riconoscimento che rappresenta il massimo livello di eccellenza nella manifattura intelligente. Per Lighthouse Factory, in particolare, si intende una fabbrica estremamente avanzata che adotta tecnologie della Quarta Rivoluzione Industriale (4IR), al fine di migliorare produttività, sostenibilità e agibilità operativa.

Con i suoi 266 mila metri quadrati di superficie produttiva, oltre 40 linee di produzione e una capacità annuale di 11 milioni di unità, l'impianto si presenta come un ecosistema industriale dove è possibile trovare sia tecnologie di quarta generazione industriale, sia processi manifatturieri tradizionali. Le catene di montaggio che si susseguono lungo i padiglioni produttivi non appaiono sostanzialmente diverse da quelle che caratterizzano le fabbriche occidentali più avanzate: gli operatori si muovono con precisione lungo postazioni ergonomicamente progettate, mentre monitor digitali scandiscono i ritmi di produzione e i parametri di qualità. Tuttavia, è l'intensità dell'automazione a caratterizzare lo stabilimento: sistemi robotici guidati da IA e computer vision hanno trasformato processi che fino a pochi anni fa richiedevano esclusivamente l'intervento umano.

Il reparto di saldatura automatizzata rappresenta forse l'esempio più emblematico di questa trasformazione. Qui, telecamere AI ad alta precisione guidano sistemi di saldatura multi-punto con riscaldamento non uniforme e compensazione parametrica, ottenendo una riduzione del 57% dei difetti di saldatura e un incremento sensibile nell'efficienza lavorativa.

Nello stabilimento HVAC di Hisense è stata installata anche la prima macchina automatica orizzontale inclinata per l'inserimento di tubi dell'industria operante sotto la supervisione di sistemi di visione artificiale, insieme al primo sistema intelligente di rilevamento, selezione e assemblaggio del settore: due componenti che, insieme, consentono di ridurre significativamente non solo i tassi di errore, ma anche il fabbisogno di manodopera.

L'automazione raggiunge il suo apice nel primo workshop di produzione "dark" per scambiatori di calore (cioè un impianto di produzione altamente automatizzato che opera con minima illuminazione o senza intervento umano diretto), dove si possono perforare 966 alette al minuto in maniera del tutto automatizzata. Il primo ponte gru dell'industria VRF qui presente attraversa l'intera linea logistica, ottimizzando la movimentazione dei materiali con una precisione millimetrica: tutto questo è fondamentale affinché ogni 16 secondi possa uscire un'unità completa dalla linea di produzione, un ritmo che testimonia l'efficacia di un sistema produttivo dove macchine, sensori e algoritmi AI collaborano in perfetta sincronia.

Tuttavia, è doveroso sottolineare una caratteristica che sta coinvolgendo sempre più realtà professionali, in maniera praticamente trasversale: la spinta verso l'automazione, pur rappresentando un indubbio vantaggio competitivo, fa pensare subito alla sostenibilità sociale del modello produttivo. Da un lato, l'eliminazione di compiti ripetitivi e fisicamente usuranti libera i lavoratori da attività monotone e potenzialmente dannose per la salute. Soprattutto negli stabilimenti legati al mondo HVAC, i sistemi automatizzati gestiscono carichi estremamente pesanti, sostanze potenzialmente tossiche e operazioni ad alta precisione che richiederebbero sforzi prolungati e alla lunga nocivi se eseguiti manualmente. La riduzione del 35% dei costi di produzione e l'incremento del 49% della produttività lavorativa dimostrano, in ogni caso, l'efficacia economica di questa strategia.

Dall'altro lato, l'automazione intensiva comporta una progressiva riduzione del fabbisogno di manodopera diretta, con potenziali implicazioni occupazionali. Sebbene Hisense enfatizzi la riqualificazione del personale verso ruoli più specializzati e a maggior valore aggiunto, la transizione non è sempre lineare: l'impressione è che i lavoratori debbano adattarsi a un ambiente dove la competenza tecnica e la capacità di interagire con sistemi digitali complessi diventano requisiti essenziali, mentre le competenze manuali tradizionali perdono progressivamente rilevanza e sono praticamente destinate a scomparire del tutto.

La pressione sulle performance individuali è, inoltre, palpabile: lungo i corridoi della fabbrica, diversi pannelli espongono i volti dei migliori dipendenti con valutazioni a stelle che ricordano i sistemi di rating dei marketplace online, creando potenzialmente un ambiente di competizione costante tra i lavoratori. L'ossessione per il controllo qualità e le metriche di produzione permea ogni aspetto dell'operatività: monitor mostrano in tempo reale il numero di prodotti completati per fascia oraria, mentre sistemi di tracciabilità digitale seguono ogni componente attraverso il processo produttivo.

Il laboratorio di 16.700 metri quadrati ospita oltre 70 strumenti di testing avanzati, inclusi sistemi di misurazione a coordinate tridimensionali con precisione di 0,0025mm e scanner laser 3D. Ogni fase del processo, dalla selezione dei materiali alla calibrazione dei televisori su un campione scelto arbitrariamente, fino allo stoccaggio finale, è sottoposta a un sistema di ispezione a vari livelli.

La filosofia produttiva di Hisense riflette una visione a lungo termine della manifattura come vantaggio competitivo duraturo. L'investimento massiccio in automazione e controllo qualità rappresenta quindi non solo una risposta alle pressioni competitive immediate, ma una strategia per mantenere la leadership tecnologica in un mercato globale sempre più esigente.

L'esperienza diretta nelle linee produttive Hisense offre uno spaccato di come l'industria manifatturiera stia evolvendo verso modelli ibridi, dove l'efficienza tecnologica si fonde con la supervisione umana specializzata. Tuttavia, le contraddizioni osservate evidenziano come la transizione verso la "fabbrica del futuro" richieda un equilibrio attento tra obiettivi di produttività e benessere dei lavoratori, un equilibrio che continua a rappresentare una sfida aperta per l'industria globale.

Guardando al futuro...

Guardando al futuro di Hisense in Italia, i numeri del 2024 tracciano una traiettoria di crescita decisamente promettente. La crescita del 34% registrata dall'azienda nel nostro paese, in controtendenza rispetto all'andamento negativo del mercato nazionale, dimostra una capacità di penetrazione che va oltre le dinamiche di settore.

Il radicamento territoriale rappresenta uno degli asset più solidi per il futuro di Hisense in Italia: la rete di 280 centri di assistenza tecnica che coinvolge circa 1300 persone costituisce un'infrastruttura capillare difficilmente replicabile da competitor più piccoli. La partnership con l'Inter e gli investimenti in eventi come il Fuori Salone e la Milano Football Week dimostrano inoltre una comprensione profonda del mercato italiano, dove il legame emotivo con lo sport può tradursi in fedeltà al brand.

La visita agli stabilimenti produttivi di Qingdao ci ha offerto uno spaccato illuminante su quello che sembra destinato a essere il futuro della manifattura globale. Il riconoscimento come prima Lighthouse Factory al mondo nel settore VRF da parte del World Economic Forum non è casuale: l'integrazione tra automazione avanzata, intelligenza artificiale e controllo qualità rappresenta un modello che potrebbe non essere facile da seguire per moltissime realtà occidentali.

Il futuro di Hisense sembra quindi proiettato verso una leadership tecnologica che va oltre la semplice produzione di massa. L'investimento in oltre 60 mila brevetti, la partecipazione allo sviluppo di standard internazionali e le tecnologie proprietarie dimostrano un'ambizione che punta a definire gli standard del settore piuttosto che limitarsi a seguirli. Il lancio del primo TV Micro LED consumer da 136 pollici al mondo nel 2025, insieme all'arrivo di una nuova linea di Mini LED RGB, oltre allo sviluppo di modelli AI proprietari rappresentano ulteriori segnali di un'azienda che vuole affrontare a testa alta le tendenze del mercato.

La strategia globale applicata da Hisense, secondo Wood Bi, si riflette anche nella resilienza della sua supply chain: l'implementazione di una rete produttiva su scala mondiale rende potenzialmente inefficaci i dazi USA e, in Italia così come in altri mercati chiave, questo si tradurrà in opportunità concrete per i consumatori di accedere alle ultime tecnologie mantenendo prezzi competitivi rispetto alle alternative comparabili della concorrenza.

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