LG OLED evo Gallery Edition: tanta qualità da montare a parete
La serie Gallery Edition dei televisori OLED di LG è pensata nativamente per l'installazione a parete. Televisori che diventano elementi d'arredo e che oltre all'eleganza offrono un'eccellente qualità d'immagine
di Andrea Bai pubblicato il 04 Agosto 2022 nel canale Audio VideoTV 4K HDRLGOLED
E’ stata presentata
ufficialmente al CES di Las Vegas a gennaio, ed è poi approdata nei
vari mercati tra i quali anche quello italiano alla fine del mese di
marzo: stiamo parlando della gamma di televisori LG per il 2022 con cui abbiamo
già avuto un interessante primo contatto proprio in occasione del
debutto sul mercato italiano e della quale proviamo oggi nei nostri
laboratori la serie G2 nella declinazione a 55 pollici.
Parliamo di un televisore OLED che rappresenta il top della gamma 2022 per
l’azienda coreana e dove la lettera “G” del nome G2 sta ad indicare “Gallery
Edition”: si tratta di un televisore pensato in origine per il
montaggio a parete, con l’impiego di una staffa con spessore ridotto che
assicura l’installazione filo muro, e caratterizzato da una cornice
estremamente sottile così da integrarsi in maniera elegante in qualsiasi
ambiente e spazio.
LG G2 è un televisore che si fregia della tecnologia OLED evo, introdotta già lo scorso anno ed ulteriormente affinata in questa generazione. Con l’arrivo della gamma 2022, il nome “OLED evo” assume un significato ben preciso e sta ad indicare la presenza contemporanea del nuovo processore video α9 di quinta generazione, del pannello OLED di nuova generazione ad elevata efficienza e della funzionalità Brightness Booster per l’incremento della luminanza.
LG55G2 con pannello OLED evo
Il processore α9 Gen 5 migliora in questa edizione gli algoritmi di “AI Upscaling” per la riproduzione dei contenuti a bassa risoluzione, mentre per quanto concerne la riproduzione di contenuti HDR si segnala la presenza di un nuovo algoritmo, chiamato Dynamic Tone Mapping Pro, per la gestione della luminanza e del tone mapping in maniera molto accurata grazie alla possibilità di suddividere lo schermo in un numero di zone 10 volte superiore rispetto a quanto possibile con la generazione precedente.
Il processore α9 Gen 5 non si occupa solamente dell’elaborazione dell’immagine, ma gestisce anche il comparto sonoro grazie agli algoritmi Object Background Enhancement e AI Sound Pro: il primo si occupa di meglio differenziare la scena e gli elementi sonori in primo e secondo piano, così da ricostruire una maggior profondità acustica, mentre il secondo incrementa i canali audio virtuali portandoli fino a 7.1.2 per una maggior tridimensionalità audio.
Esclusiva della serie G2 inoltre è la tecnologia di dissipazione del pannello, che permette di smaltire in maniera più efficace il calore generato durante il funzionamento: in questo modo il pannello ha minor necessità di attivare i meccanismi di protezione previsti per evitare danneggiamenti, raggiungendo luminanze più elevate, che grazie anche all’apporto della tecnologia Brightness Booster, arrivano fino al 30% in più rispetto a modelli LG OLED precedenti.
Sul versante HDR troviamo il supporto agli standard Dolby Vision IQ, HDR10 Pro e HLG. Trattandosi di un pannello OLED, dove i singoli pixel sono sorgente luminosa (e infatti la stessa LG li chiama pixel autoilluminanti) non si rendono necessarie soluzioni di Local Dimming, in quanto il televisore provvederà ad accendere e spegnere i singoli pixel a seconda delle necessità di riproduzione del segnale. L'attenuazione della luminanza quindi avviene a livello di pixel, con un controllo estremamente granulare.
Come ormai avviene da qualche anno, LG propone in alcune linee dei suoi televisori una serie di funzionalità e tecnologie rivolte espressamente al pubblico dei videogiocatori, intercettando quindi l'esigenza di chi non vuole scendere a compromessi quando si tratta di giocare su schermi di grandi dimensioni. Questa linea G2 non è da meno ed offre una serie di caratteristiche piuttosto interessanti, a partire dalla frequenza di aggiornamento del pannello che può arrivare fino a 120Hz. Troviamo inoltre il supporto alla tecnologia NVIDIA G-Sync, FreeSync Premium e VRR in generale. Esiste inoltre la modalità Game Optimizer che si occupa di regolare tutti quei parametri come Input Lag, freguenza di aggiornamento, livelli del nero per ottenere la miglior esperienza di gioco possibile. Non ci dilunghiamo qui ad elencarle e ad approfondirle tutte, perché abbiamo pubblicato di recente un contenuto che analizza nel dettaglio tutte le funzionalità gaming dei nuovi televisori LG, usando come esemplare di prova il modello da 55 pollici della famiglia C2 che offre caratteristiche del tutto analoghe al televisore oggetto della recensione. Vi rimandiamo quindi alla lettura del contenuto di approfondimento "LG OLED C2 OLED evo 55 pollici: ecco tutte le funzioni dedicate al gaming"
Sul fronte audio troviamo il supporto allo standard Dolby Atmos, a cui si affiancano una serie di tecnologie per l'ottimizzazione del suono in relazione all'ambiente di utilizzo e alla tipologia di installazione del televisore (se a parete, come è nativamente pensato, o a supporto): oltre alle già citate "AI Sound Pro" e "Object Background Enhancement" vi sono anche "Adaptive Sound Control" e "AI Acustic Tuning". Il sistema di diffusori integrato è da 4.2 canali per una potenza audio complessiva di 60W. Si segnala però la mancanza di supporto a formati DTS.
L55G2, design minimalista e installazione a parete
Per la serie G2 LG punta su un design minimalista spinto al massimo: nessuna particolare connotazione estetica, se non quella di una pulizia stilistica estrema proprio per consentire allo spettatore di inserire il televisore in maniera armoniosa in qualsiasi ambiente, e di concentrarsi esclusivamente sul contenuto. Una cornice di appena 6 millimetri, con finitura in alluminio è l’unico “vezzo”, se così si può chiamare, concesso a questo televisore.
Il minimalismo estetico non deve però trarre in inganno per quanto riguarda l’aspetto costruttivo. Questo LG G2 da 55 pollici mostra infatti una robustezza molto convincente, merito anche dei materiali impiegati che comunicano una buona sensazione di solidità e qualità: il pannello posteriore, su cui spesso si tende a fare economia poiché per lo più nascosto alla vista, è invece realizzato in metallo.
Soffermandoci ancora sul pannello posteriore, vediamo nella parte alta lo scasso dove installare la staffa sottile per l’installazione a muro. Allo stesso modo anche le connessioni sono organizzate in un’area a sbalzo, con i connettori situati proprio nel piccolo spessore creato dal dislivello tra le due superfici. Si tratta di una soluzione piuttosto pratica e dettata dalla volontà di agevolare l’installazione a parete del televisore in maniera tale da richiedere il minor spessore possibile “fuori muro”. Si segnala inoltre la presenza di due clip di plastica utili proprio alla gestione dei cavi.
Sul fronte delle connessioni troviamo un parco ampio in termini di numerosità, ma essenziale dal punto di vista della varietà delle interfacce. Il televisore mette a disposizione quattro porte HDMI 2.1, tutte compatibili eARC, VRR, ALLM e in grado di supportare segnali 4K fino a 120Hz: due di esse sono collocate lateralmente, altre due invece orientate verso il basso. Le porte USB sono 3, una laterale e due orientate verso il basso e sempre orientate verso il basso troviamo il connettore LAN RJ45, l’uscita audio digitale con connettore ottico e i coassiali per digitale terrestre e satellite. Lateralmente trova invece posto lo slot Common Interface. Assenti le interfacce composito e component e l’uscita cuffie. Mentre tra la connettività che “non si vede ma c’è” troviamo WiFi 802.11ac e Bluetooth 5.0.
In questa sinfonia di essenzialità e pulizia stilistica una nota non stonata, ma appena fuori tempo (in tutti i sensi) ci pare il telecomando, che ripropone l’impostazione già vista con i precedenti modelli di televisore LG. Al contrario di quanto avviene in generale per tutta la concorrenza, dove è frequente trovare telecomandi minimal (talvolta pure troppo), LG opta per un telecomando più tradizionale, con tastierino numerico e forme morbide, e un guscio di plastica ad effetto lucido che non si amalgama bene con lo stile del televisore. Però il telecomando è funzionale, offre sei tasti per l’accesso rapido ai programmi di streaming e integra un microfono per impartire comandi agli assistenti vocali. I menu si navigano tramite la corona circolare centrale che opera come un pad direzionale e la rotella posta al centro di essa per scorrere gli elenchi o effettuare regolazioni di parametri. Non manca poi il puntatore integrato che però, ma qui il parere è soggettivo, non ci ha mai convinto del tutto e talvolta diviene fonte di leggera frustrazione. Si apprezza però il fatto che l’utente potrà scegliere liberamente di sfruttare il modo che preferisce per pascolare tra i menu, le impostazioni e le app del televisore. La corona centrale va inoltre utilizzata per i comandi di riproduzione e pausa dei contenuti, dal momento che mancano i tasti dedicati a queste funzioni e che avremmo preferito.
LG 55G2: qualità d'immagine al top anche senza calibrazione
Armati di colorimetro i1Display, di spettrofotometro i1Pro e della suite Calman abbiamo condotto le usuali misure per verificare la qualità del pannello di questo televisore LG 55G2. I profili d'immagine pre-impostati sono omologhi sia sul versante SDR, sia sul versante HDR: Vivace, Standard, Dinamica, Cinema, Home Cinema, Filmmaker, Isf giorno, Isf notte, Sport, Game Optimizer. Le misure preliminari mostrano, come ormai ci aspettiamo, che i profili Vivace, Standard e Dinamica tendono a snaturare, anche in maniera marcata, l'immagine prediligendo luminanze spinte, dominanti fredde e sovrasaturazioni che pur producendo da un lato un "effetto wow", dall'altro nulla hanno a che vedere con la visione di un'immagine corretta e bilanciata, rispettosa delle intenzioni dei creatori di contenuti. La nostra attenzione si concentra sui profili più focalizzati sulla visione cinematografica, tra i quali vince "ai punti" il profilo Filmmaker in entrambe le modalità SDR e HDR. Vi proponiamo inoltre i riscontri registrati a seguito delle operazioni di calibrazione.
Bilanciamento RGB
Curva di gamma
Gamut
DeltaE
In modalità SDR il profilo Filmmaker, che come detto risulta il migliore disponibile (per quanto i profili Cinema, Home Cinema e ISF facciano registrare risultati non troppo distanti), mostra un equilibrio e "compostezza" d'immagine di alto livello. Il bilanciamento del bianco mostra piccolissimi scostamenti rispetto all'equilibrio perfetto: rientriamo in un divario del 5%, quindi di fatto con una lievissima dominante gialla che non è chiaramente percepibile ad occhio nudo e viene riscontrata solo a livello strumentale. La curva di gamma descrive una progressione tonale sostanzialmente corretta, con le basse luci lievissimamente più in evidenza ma senza stravolgere i rapporti tonali. Per questo profilo la luminanza massima registrata è di 250 candele su metro quadro, che rendono il televisore ben utilizzabile nella maggior parte degli scenari diurni e notturni. Cromaticamente riscontriamo un gamut di buona ampiezza che anzi tende a mostrare una lieve sovrasaturazione nella direttrice del rosso. I riscontri raccolti fin qui sono premessa di una fedeltà cromatica di elevato livello: la conferma arriva con il test riguardante i campioni Gretag Macbeth, dove si evidenzia un ottimo DeltaE medio di 1,88, con solamente un campione che arriva a toccare il valore di 3. Dalle misure effettuate possiamo quindi concludere che il profilo Filmmaker in SDR offre un elevato livello qualitativo, che i più intransigenti possono però migliorare ulteriormente con le opportune operazioni di calibrazione di cui vi proponiamo gli esiti a seguire.
Bilanciamento RGB
Curva di gamma
Gamut
DeltaE
Le operazioni di calibrazione condotte intervenendo principalmente sull'equilibrio del bianco e sulle saturazioni -anche intermedie- dei colori primari e complementari, hanno avuto l'effetto di migliorare ulteriormente un quadro di partenza già ben più che buono. Le componenti RGB vengono ricondotte ad un bilanciamento più corretto, i cui scostamenti sono realmente minimi e permettono di raggiungere una valida neutralità percettiva della scala di grigi, con la conseguenza di un'immagine che non risulta viziata da dominanti indesiderate. Pur di incidenza più contenuta, anche l'intervento sulle saturazioni permette di "cesellare" ulteriormente il comportamento del pannello: permane una lieve sovrasaturazione del rosso a piena saturazione, ma abbiamo preferito ricondurre in asse le saturazioni intermedie che rappresentano di fatto quelle più riprodotte in condizioni normali. A valle di tutto il DeltaE medio va riducendosi fino a 0,91, un valore che rappresenta la desiderabilità in contesti di produzione contenuti, e che quindi a maggior ragione rappresenta per un televisore un livello eccellente.
Bilanciamento RGB
Curva di gamma
Gamut
DeltaE
Sul versante HDR il profilo Filmmaker "out of the box" si comporta leggermente meglio rispetto al corrispettivo profilo SDR. L'equilibrio RGB è ancora più corretto seppur non formalmente perfetto, ma sempre con divagazioni che sono evidenti solo alla sensibilità dello strumento di misura. Il comportamento tonale è decisamente buono con rispetto quasi ossequioso alla curva di gamma HDR canonica. La luminanza massima raggiunta con questo profilo e con campione di area 10% è di 950 candele su metro quadro, ma ritorneremo poco oltre su questo aspetto per condurre alcune altre verifiche aggiuntive e sondare il vero limite superiore di questo pannello. Molto bene anche l'estensione del triangolo di gamut, che va a lambire gli estremi dello spazio colore DCI-P3. Si riscontra però una "sbandata" della direttrice Ciano, che a piena saturazione mostra una tinta più ricca di verde rispetto a quel che dovrebbe. L'analisi della fedeltà cromatica riflette questo aspetto: laddove la maggior parte dei campioni si colloca tranquillamente entro DeltaE 2, quelli più legati al dominio del Ciano si spingono fino a DeltaE 3. Intendiamoci, sono pignolerie: stiamo comunque parlando di variazioni che non pongono problemi per quanto riguarda la fruizione di contenuti.
Bilanciamento RGB
Curva di gamma
Gamut
DeltaE
Anche sul fronte HDR le operazioni di calibrazione affinano ulteriormente il comportamento del profilo Filmmaker. Si tratta di interventi minimi comunque, e che probabilmente non risultano così tanto indispensabili specie per coloro i quali non dispongono di apparecchiature e competenze adeguate allo scopo. L'utente esigente apprezzerà comunque la possibilità di spremere quanto più possibile qualità fuori da questo pannello, senza restare deluso.
Come anticipato poco sopra, andiamo ora a verificare ulteriormente i limiti di luminanza massima che questo pannello è capace di esprimere, anche in virtù della presenza del sistema di dissipazione che dovrebbe consentire il mantenimento di livelli importanti per periodi di tempo relativamente lunghi. Abbiamo condotto, a questo scopo, due tipi di misurazione: il primo per tracciare la luminanza in relazione all'area del campione utilizzato, mentre il secondo è un piccolo test di "endurance" per verificare l'andamento della luminanza - su un'area del 10% - nello spazio di 3 minuti consecutivi. Entrambi i test sono stati condotti sia con il profilo Filmmaker, sia con il profilo Vivace che già dalle analisi preliminari (ma anche ad occhio nudo) è risultato essere quello un po' più aggressivo in termini di luminanza.
La luminanza del bianco si mantiene su livelli stabili, o addirittura crescenti, entro un'area del 10%: con aree via via maggiori la luminanza scende anche in maniera sensibile per via dell'azione del meccanismo di Auto Brightness Limiter che si rivela essere abbastanza incisiva. Con un'area di bianco pari all'intera superficie del pannello, la luminanza si colloca al di sotto delle 200 candele per metro quadro, per entrambi i profili. Il picco massimo di luminanza lo abbiamo invece registrato con il profilo Vivace su un'area del 2%: siamo a superare, seppur di poco, le 1260 candele su metro quadro, un risultato davvero di tutto rispetto. Il profilo Filmmaker, però, è sensibilmente migliore per quanto riguarda l'equilibrio e la correttezza complessiva dell'immagine: si pagano volentieri un centinaio di nits in meno in cambio di una resa qualitativamente di livello superiore.
Il test di stabilità della luminanza mostra invece come su un'area del 10% l'intensità luminosa tenda a crescere fino a poco oltre il minuto, raggiungendo un picco di 1163 candele su metro quadro con il profilo Vivace e di 1023 candele su metro quadro con il profilo Filmmaker. Da questo punto in poi entra in gioco il sistema di protezione del pannello che ha lo scopo di evitare il surriscaldamento e conseguenti danni al televisore: la luminanza cala progressivamente e dapprima con un ritmo più blando, per poi precipitare più velocemente dopo i due minuti. Quel che è interessante notare, tuttavia, è il fatto che il pannello OLED di questo televisore LG della serie G2 riesce, anche per via del sistema di dissipazione avanzato del pannello, a mantenere un elevato livello di luminanza, in una zona fissa, per circa due minuti consecutivi: un'eventualità che tendenzialmente si verificherà di rado nell'arco della normale visione di contenuti.
Restando in tema di misure di protezione e salvaguardia del pannello OLED, tecnologia che ricordiamo può essere soggetta a problemi di "stampa" e "burn-in", è opportuno citare le funzionalità che vanno sotto il nome di "OLED Care" integrate in questo televisore e che consentono di adottare opportuni accorgimenti per preservare il pannello nel corso del tempo. Come? Ad esempio lasciando che l'elettronica del televisore si occupi di "muovere" leggermente e in maniera impercettibile all'utente quanto mostrato a schermo nel caso di scene statiche, oppure ancora di riconoscere il logo dei canali o dei programmi televisivi e ridurre la loro luminanza. Tutte le funzionalità si trovano in un'apposita voce del menù e sono liberamente disattivabili da parte dell'utente: noi le abbiamo disattivate per eseguire i nostri test ed evitare misurazioni viziate, ma il consiglio è ovviamente quello di mantenerle attive per quanto riguarda l'uso tradizionale del televisore. A tal proposito: è necessario disattivare la funzionalità di risparmio energetico per consentire al televisore di spingersi sino ai picchi di luminanza che abbiamo registrato nei nostri test.
LG 55G2: interfaccia collaudata con webOS
Il cenno al menu ci porta a parlare dell'interfaccia proprietaria WebOS, una soluzione ormai collaudata che LG continua a portare avanti nel corso degli anni aggiungendo qualche piccola miglioria ad ogni edizione. Con la versione di quest'anno in particolare l’azienda coreana promette un incremento della reattività rispetto al passato, grazie anche al processore O22 dedicato. L’organizzazione non si discosta poi molto da quanto siamo abituati a vedere anche con altri TV o con i sistemi di gestione di dispositivi o servizi per lo streaming (Fire TV Stick, Chromecast, AppleTV da un lato, Netflix, Disney+ dall’altro) risultando in un utilizzo intuitivo e pratico. Tuttavia l’edizione 2022 di WebOS propone la novità dei profili utente che consentono ad ogni utilizzatore del televisore di poter accedere con un profilo personale tramite il quale è possibile personalizzare l’homepage dell’area smartTV avvalendosi anche dei consigli e suggerimenti per i contenuti proposti dall’AI ThinQ che apprende le preferenze e le abitudini di ciascun utente.
Passiamo al comparto audio di questo LG 55G2, che all'ascolto propone una resa piacevole e per certi versi sorprendente. Il sistema di altoparlanti integrato riesce ad esprimere un buon bilanciamento timbrico e una valida estensione in frequenza: anche se non si raggiungono le profondità di diffusori sub-woofer dedicati o di soundbar, le frequenze più gravi hanno comunque una buona presenza nella scena sonora. Si apprezza inoltre una buona capacità di spingere verso l'alto il volume con un'emissione sonora che rimane ben bilanciata e non prona a distorsioni. Ma l'aspetto interessante è che il bilanciamento sonoro permane anche a volumi "condominiali", permettendo di riuscire a cogliere chiaramente i dialoghi che rimangono sempre ben intellegibili e non affogano in mezzo agli effetti speciali.
Infine due parole sul sistema di montaggio: la staffa per l'installazione a muro, inclusa nella confezione, è corredata di chiare istruzioni ed è facile da allestire, consentendo di installare il televisore in maniera molto agevole. Ciò è reso possibile dal meccanismo di estensione che allunga i due bracci di supporto fino a 13 centimetri dal piano del muro: c'è tutto lo spazio che serve per poter assicurare il televisore alla struttura senza compiere acrobazie e contorsioni, e anche il collegamento dei cavi in un secondo momento risulta molto semplice.
LG 55G2, un televisore OLED elegante, d'arredamento e di ottima qualità
In sintesi LG 55G2 è un televisore che si lascia guardare davvero con piacere e che già impiegando il profilo Filmmaker preimpostato offre un'immagine vivida, correttamente satura e di grande impatto tonale specie in modalità HDR. Come abbiamo visto la calibrazione aiuta a tirare fuori tutto lo smalto di questo televisore, ma è un'operazione che - a fronte delle buone rilevazioni ottenute con il profilo preimpostato - non è indispensabile. L'elevata qualità di immagine si accompagna poi ad una buona flessibilità di impiego, con una particolare attenzione - anche maggiore rispetto a quanto offerto dalla concorrenza - al quel pubblico che ha qualche interesse videoludico che si spinge oltre il semplice "casual gaming".
LG 55G2 esprime una luminanza di picco davvero elevata tra i televisori OLED, che contribuisce - assieme alla profondità del nero propria di questa tecnologia - a ricreare una scena dinamica e coinvolgente riuscendo a rendere in maniera molto convincente quegli effetti di luce e riflessi che richiedono, appunto, elevati livelli di luminanza. Certo, sul mercato esistono televisori LCD in grado di spingersi oltre quanto a luminanza massima, ma si perderebbe comunque la grande gamma dinamica che è possibile proprio grazie al nero profondo della tecnologia OLED (oltre al rischio di incappare in qualche effetto blooming di troppo). Restando in tema di emissione luminosa si registra, come già indicato nella prova, un'azione abbastanza aggressiva del meccanismo di Auto Brightness Limiter nel momento in cui l'immagine si compone di ampie aree bianche, azione che potrebbe un po' distrarre o infastidire lo spettatore quando sullo schermo si alternano scene scure a scene particolarmente luminose.
Come abbiamo sottolineato varie volte nel corso della recensione la serie "G" dell'azienda coreana è pensata nativamente per l'installazione a parete: in questo LG 55G2 rappresenta una soluzione molto ben concepita, con un sistema di montaggio pratico e semplice da allestire, che consente di montare il televisore con protrusione minima rispetto al piano del muro. Il televisore diventa in questo modo un elemento che è bene considerare nel complesso di una soluzione d'arredo di un ambiente, in special modo da parte di coloro i quali sono attenti all'eleganza, al minimalismo e al design degli ambienti living. Ovviamente c'è un rovescio della medaglia, che è quello della praticità di accesso al pannello posteriore: per quanto sia un'operazione a bassa frequenza, è ovviamente bene ricordare che un televisore montato a parete - e per quanto la staffa di supporto offra un certo grado di estensione - potrebbe porre qualche problema in più specie per il collocamento dei cavi. Insomma, non è la scelta giusta per coloro i quali sono inclini, per abitudine o necessità, ad un frequente "attacca-stacca", sebbene la staffa di supporto sia risultata davvero pratica e funzionale. E, a margine, il tradizionale piedistallo per collocare il televisore su un piano non è incluso nella confezione e va acquistato a parte... ma a questo punto se desiderate un televisore "da appoggio" è bene orientarsi verso altre soluzioni che, anche all'interno della gamma della stessa LG, certamente non mancano.
LG 55G2 viene proposto ad un prezzo di listino di 2499 Euro, che rappresenta un esborso economico decisamente non trascurabile. Due buone notizie: in cambio si ha forse il miglior televisore OLED (insieme ai suoi fratelli di diversa dimensione: c'è anche da 77 pollici) attualmente in circolazione, e soprattutto è già possibile scovare sul mercato qualche offerta interessante che consente di acquistarlo ad un prezzo già consistentemente ribassato.
3 Commenti
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