TCL: ecco la fabbrica europea in Polonia e il primo contatto con TCL X10 MiniLED

TCL: ecco la fabbrica europea in Polonia e il primo contatto con TCL X10 MiniLED

Il marchio è presente da molti anni sui mercati europei, che serve tramite la fabbrica polacca a Żyrardów, a una cinquantina di chilometri da Varsavia, capitale della Polonia. Abbiamo avuto l'occasione di visitare recentemente la fabbrica e di avere un primo contatto con il pezzo forte dell'offerta TCL per l 2020, il TV TCL X10 Mini LED, che promette i colori dei QLED uniti ai neri profondi dell'OLED

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La fabbrica di TV TCL in Polonia

In Italia TCL non ha ancora guadagnato la notorietà che invece caratterizza il marchio all'estero. L'azienda cinese vanta dati di mercato invidiabili: stando a quelli comunicati durante la conferenza stampa di lancio dei nuovi prodotti al CES di Las Vegas, infatti, TCL è il secondo brand a livello globale per il numero di TV spediti e ha raggiunto sul mercato statunitense la prima posizione nei mesi di marzo e luglio 2019.

Il marchio è presente da molti anni sui mercati europei, che serve tramite la fabbrica polacca a Żyrardów, a una cinquantina di chilometri da Varsavia, capitale della Polonia. Abbiamo avuto l'occasione di visitare recentemente la fabbrica e di avere un primo contatto con il pezzo forte dell'offerta TCL per l 2020, il TV TCL X10 Mini LED, che promette i colori dei QLED uniti ai neri profondi dell'OLED.

La fabbrica nacque nel 1997 per la produzione di televisori del marchio francese Thomson, passando poi sotto il controllo di TCL nel 2007 dopo la parentesi della joint-venture tra i due marchi. All'inizio la fabbrica produceva tutti i componenti, compresi gli stampi plastici e le valvole dei TV CRT a tubo catodico, mentre oggi la produzione dei componenti avviene in Cina e la fabbrica si occupa di assemblare i diversi modelli. La produzione per il mercato europeo può arrivare a contare più di cento codici prodotto diversi, sia per le differenze tra i modelli nei diversi paesi, sia perché TCL produce anche come ODM e OEM per altri marchi.

Una dato interessante: sul finire dell'anno scorso (ma parte della produzione è attiva a tutt'oggi per le Roku TV) per rispondere alle incertezze sui dazi statunitensi sui prodotti cinesi, la fabbrica polacca ha sfornato televisori per il mercato USA, arrivando a un totale di 4 milioni di pezzi su base annua. La produzione per il mercato americano in realtà è molto più semplice logisticamente, contando pochi codici e tanti pezzi. Per quei lotti, addirittura, TCL è arrivata a produrre a magazzino-zero: in 24 ore i pannelli tornavano al container con cui erano arrivati dalla Cina come prodotti finiti pronti per la spedizione negli USA. I container viaggiano via nave e arrivano (e nel caso degli US ripartono) dai porti, mentre i prodotti finiti per il mercato interno europeo vengono distribuiti su gomma.

La fabbrica si occupa di assemblare i TV e gestisce tutti i tagli in gamma, dai 32" ai 75". Non solo, lo stabilimento cura anche le fasi di controllo qualità. Ogni TV viene testato sulla linea di produzione, mentre alcuni pezzi per ogni lotto passano un controllo qualità più approfondito, che consta anche di test di visione. Alcuni pezzi vengono destinati anche ad alcuni stress test: siamo ad esempio entrati in una camera climatizzata a 45° C dove i TV erano accesi da una settimana. Per fortuna la camera a -20° C in quel momento non era in funzione. I TV vengono anche maltrattati per valutarne il grado di resistenza al trasporto: da un lato vengono posizionati su una pedana vibrante per un certo numero di ore, per testare la resistenza alle vibrazioni tipiche del trasporto su strada, mentre nella postazione adiacente sopportano anche un test di caduta, per assicurare che possano arrivare sani a destinazione anche in presenza di qualche corriere non troppo delicato.

La fabbrica è attiva generalmente su due turni da 8 ore ciascuno, ma in caso di bisogno i turni vengono ampliati a 10 ore e quando la produzione è satura può funzionare in continuo 24 ore su 24 con tre turni da 8 ore. Il personale TCL copre il fabbisogno medio della produzione, mentre per i picchi viene impiegata forza lavoro interinale e a chiamata. Tra gli operai in catena di montaggio la maggioranza è manodopera locale, ma si conta anche un forte presenza di operai e operaie di provenienza ucraina.

Avendo a che fare con così tanti codici prodotto, la fabbrica è molto ben organizzata dal punto di vista della logistica e del processo produttivo. Ogni pannello arriva dalla Cina già accoppiato al guscio esterno del TV, nella scatola del prodotto finale (per evitare rifiuti inutili). La scatola viene aperta e pannello e guscio separati. A ogni esemplare è accoppiata una scatola a scomparti in cui sono stati precedentemente collocati tutti i componenti che verranno assemblati. Se alla fine della linea è rimasto qualcosa nella scatola è segno che qualcosa è andato storto in fase di produzione e il TV viene tolto dalla produzione e inviato ad alcune postazioni che si occupano di rimediare. Simile destino è quello dei TV che nei controlli in linea (collegamento alla rete elettrica, controllo pannello, controllo connessioni) abbiamo dimostrato un comportamento fuori dalla media. Un ultimo controllo avviene a scatolone chiuso, dopo l'inserimento di tutti gli accessori e avviene semplicemente con una pesata: se il peso di discosta da quello previsto probabilmente manca qualcosa nella scatola (o nel TV).

In occasione della visita alla fabbrica polacca abbiamo avuto la possibilità di avere a disposizione un campione del nuovo TCL X10 Mini-LED, nella prossima pagina trovate le misure e le nostre impressioni su questo TV, che è pronto a gettare scompiglio sul mercato.

 
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