TEAC presenta TN 280 e TN 180: quando il vinile incontra il Bluetooth
TEAC coniuga vecchio e nuovo con i suoi due ultimi giradischi, il TN 280 e il TN 180. Entrambi sono dotati di connettività Bluetooth, all'estremo opposto dei vinili che riproducono
di Riccardo Robecchi pubblicata il 16 Ottobre 2018, alle 15:21 nel canale Audio VideoTeac
Vecchio e nuovo sono in costante incontro e si contaminano a vicenda in tutte le attività umane. Talvolta, però, a incontrarsi sono vecchio e nuovo in maniera inaspettata. È questo il caso per i nuovi giradischi di TEAC, il TN 280 e il TN 180, che mettono insieme i vinili e la tecnologia Bluetooth.
Con il ritorno dei vinili all'attenzione del grande pubblico, sempre più produttori stanno proponendo soluzioni che fanno incontrare i vinili con le ultime tecnologie. Sia il TN 280 che il TN 180 sono dotati di connettività Bluetooth e si posizionano nella fascia entry-level del mercato dei giradischi; le differenze tra i due modelli sono principalmente da ricercare nella scelta dei materiali.
Il TN 280 utilizza infatti una base in legno, un piatto in alluminio pressofuso ed è dotato di antiskating, laddove invece il TN 180 utilizza una base in legno accompagnata da un piatto in plastica. Entrambi i giradischi sono dotati di preamplificatore phono che permette di collegarvi direttamente un sistema di altoparlanti (tramite connettori RCA) senza la necessità di un preamplificatore esterno, sebbene supportino anche questa seconda opzione. La trasmissione è in entrambi i casi a cinghia.
Il TEAC TN 280 è disponibile nelle colorazioni nero e noce a 299€, mentre il TEAC TN 180 è disponibile a 199€ nelle variati nera, bianca o ciliegio.
38 Commenti
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Boh, negli anni 70/80 lo avevano anche i giradischi di cartone, ora è un lusso?
Poi sul suona meglio questo o quello non mi pronuncierei nemmeno se non fosse che è questione di mettere a confronto la precisione possibile data da un tornio di incisione meccanico e una enfasi/deenfasi RIAA effettuata tramite filtri analogici rispetto ad una catena tutta digitale.
Il vinile "suona", proprio come uno strumento musicale e, proprio come esso, un giradischi va settato ed affinato per esprimersi al meglio (cosa che peraltro saprà fare forse una minima percentuale di coloro che utilizzano il supporto).
Il vinile "interpreta" un brano, a seconda delle sue infinite combinazioni testina-piatto-preamplificatore phono.
Un file digitale viene semplicemente convertito da 0-1 in segnale elettrico, restituendo sempre lo stesso identico messaggio.
Sulla carta è senza ombra di dubbio superiore il dominio digitale, in realtà spesso non è così.
IMHO non ha senso acquistare giradischi come questi, se non per togliersi lo sfizio di maneggiare il vinile, dato che il risultato tende sempre allo scarso.
Il vinile e il giradischi richiedono una cura, uno studio e un'attenzione che pochi sono disposti a riservargli.
Una cifra minima per iniziare in modo decoroso si aggirerebbe sui 300 euro per un giraLP usato ma buono, sui 200 per una testina con uno stilo decente e sui 200 per uno stadio phono RIAA usato di buona qualità; se si ha una disponibilità inferiore non conviene nemmeno avventurarsi, pena una cocente delusione.
Se poi aggiungiamo il costo di una lavadischi (indispensabile se si vuole ascoltare la sola musica senza rumori e pop vari), sui 400 euro nuova, quanti rimangono sulla barca?
Concordo, ma se si vuol rimanere sul mercato qualche compromesso va adottato...
Giorgio
Ma piantatela di prendere in giro gli incompetenti! Il bello del vinile è che è ANALOGICO. Se c'è il bluetooth vuol dire che il segnale viene campionato e diventa DIGITALE. Così ai difetti del digitale (perdita di frequenze)si SOMMANO i difetti dell' analogico (frusii, rumore.....). Bell' affare.Il giradischi vale solo se il PREAMPLIFICATORE PHONO, che ritengo essere analogico, viene direttamente collegato all' ingresso analogico dell' amplificatore di potenza che pilota gli altoparlanti.
E' così difficile da capire ?
Il vinile "interpreta" un brano, a seconda delle sue infinite combinazioni testina-piatto-preamplificatore phono.
Un file digitale viene semplicemente convertito da 0-1 in segnale elettrico, restituendo sempre lo stesso identico messaggio.
Sulla carta è senza ombra di dubbio superiore il dominio digitale, in realtà spesso non è così.
IMHO non ha senso acquistare giradischi come questi, se non per togliersi lo sfizio di maneggiare il vinile, dato che il risultato tende sempre allo scarso.
Il vinile e il giradischi richiedono una cura, uno studio e un'attenzione che pochi sono disposti a riservargli.
Una cifra minima per iniziare in modo decoroso si aggirerebbe sui 300 euro per un giraLP usato ma buono, sui 200 per una testina con uno stilo decente e sui 200 per uno stadio phono RIAA usato di buona qualità; se si ha una disponibilità inferiore non conviene nemmeno avventurarsi, pena una cocente delusione.
Se poi aggiungiamo il costo di una lavadischi (indispensabile se si vuole ascoltare la sola musica senza rumori e pop vari), sui 400 euro nuova, quanti rimangono sulla barca?
Hai definito perfettamente cosa NON può definirsi ALTA FEDELTA' perchè la catena di riproduzione dovrebbe limitarsi a riprodurre la registrazione dell'evento originale SENZA alterarlo in alcun modo.
Appunto interpretazione non è riproduzione fedele.
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