Spotify sospende tutti i servizi in Russia per paura della nuova legge sulle fake news
Il servizio di streaming audio avrebbe potuto contribuire a divulgare notizie di qualità in Russia, ma le recenti leggi sulle "fake news" emanate dal Cremlino rendono pericolose tutte le attività di informazione
di Nino Grasso pubblicata il 28 Marzo 2022, alle 12:31 nel canale Audio VideoSpotify
Spotify ha sospeso tutti i suoi servizi in Russia, il paese che ha lanciato la brutale invasione in Ucraina. La notizia è stata riportata da TheVerge, a cui un portavoce dell'azienda che ha richiesto di rimanere anonimo ha dichiarato che la scelta è dovuta prevalentemente alla nuova legge che punisce la diffusione di fake news sui militari con un massimo di 15 anni di carcere.
Secondo i piani dell'azienda Spotify dovrebbe riuscire a interrompere tutti i servizi in Russia già nei primi giorni del mese di aprile. Nelle scorse settimane il servizio aveva già rimosso i contenuti di RT e Sputnik, notoriamente legati al Cremlino, e ha chiuso tutti gli uffici nel paese. Con la novità, però, si va ben oltre, impedendo a tutti i cittadini russi di accedere al servizio di streaming audio, dopo che a marzo aveva annunciato che il servizio di abbonamento a pagamento non sarebbe più stato disponibile in Russia a tempo indeterminato.
Spotify sospende tutti i servizi in Russia
Di seguito riportiamo la nota diffusa dal portavoce rimasto anonimo:
"Spotify ha continuato a credere che fosse di fondamentale importanza cercare di mantenere operativo il servizio in Russia per fornire notizie e informazioni affidabili e indipendenti. Purtroppo, la legge recentemente emanata che limita ulteriormente l'accesso alle informazioni, elimina la libertà di espressione e criminalizza alcuni tipi di notizie, mette a rischio la sicurezza dei dipendenti di Spotify e forse anche dei nostri ascoltatori. Dopo aver considerato attentamente le nostre opzioni e le circostanze attuali, siamo giunti alla difficile decisione di sospendere completamente il nostro servizio in Russia".
Spotify non è la prima azienda a chiudere le porte alla Russia, dopo l'azione militare annunciata in Ucraina e la lunga serie di notizie false diffuse dal Cremlino (e dalle realtà ad esso legate) al fine di addolcire i racconti sulle azioni condotte nel paese attaccato. Fra le aziende che hanno chiuso i rapporti con la Russia citiamo: Microsoft, Amazon, Netflix, TikTok, Samsung, PayPal, Apple, con altre aziende - come Google e Reddit - che hanno preso provvedimenti. Di contro la Russia ha risposto alle sanzioni in diversi modi: oltre alla legge sulle fake news il Cremlino ha bloccato Facebook e Instagram (mandando in lacrime alcune influencer), allentato le leggi contro la pirateria e proposto pagamenti in Bitcoin per gas e petrolio.
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