Beats presenta i nuovi Studio Buds: gli auricolari con suono di alta qualità, cancellazione del rumore e molto altro
Beats decide di presentare i suoi nuovi auricolari: si chiamano Studio Buds e offrono un suono di alta qualità, cancellazione attiva del rumore, modalità Trasparenza e abbinamento rapido con dispositivi iOS e Android. Il prezzo? 149.95€ a partire da questa estate.
di Bruno Mucciarelli pubblicata il 14 Giugno 2021, alle 17:01 nel canale Audio VideoBeats
Beats annuncia oggi l'arrivo sul mercato dei Beats Studio Buds, i suoi nuovi e potenti auricolari totalmente senza fili che garantiscono un’esperienza audio di alta qualità con un design comodo, leggero ed elegante. Sono ora resistenti all’acqua e al sudore, con una certificazione per un rating di grado IPX41 e riescono a ''suonare'' continuativamente fino a 24 ore. Gli Studio Buds offrono efficiente cancellazione attiva del rumore, modalità Trasparenza e, per la prima volta, un abbinamento con un tocco sia per utenti iOS che Android, per il massimo della comodità. Il loro prezzo e la loro disponibilità? Saranno disponibili a partire da quest’estate e sarà possibile sceglierli in tre classici colori Beats, nero, bianco e rosso Beats, al prezzo di 149,95€.
“Per creare un prodotto dalle dimensioni così ridotte, abbiamo valutato, analizzato e selezionato ogni minimo dettaglio, per ottimizzare la qualità del suono, il comfort e la resistenza”, spiega Oliver Schusser, vicepresidente di Beats e Apple Music. “Gli Studio Buds vantano il fattore di forma più piccolo e sottile che abbiamo creato fino ad oggi, pur garantendo l’esperienza coinvolgente e il design elegante che ci si aspetta da Beats.”
Beats Studio Buds: ecco come sono fatti
Partiamo dal loro design. Gli Studio Buds sono stati ideati e progettati per offrire un audio di qualità elevata e soprattutto il massimo comfort, per ascoltare musica, guardare film in streaming o parlare con gli amici. Da qui parte la conformazione del cosiddetto ugello acustico che risulta inclinato ergonomicamente è dotato di una micro apertura realizzata al laser che attenua la pressione nelle orecchie. I bulbi copriauricolari in silicone, realizzati in tre misure, assieme al design leggero (5 g per auricolare), permettono agli Studio Buds di proporre il massimo comfort per tutta la giornata di utilizzo.
Il suono, secondo le indicazioni dell'azienda, è potente e bilanciato e questo è reso possibile dal driver proprietario a doppia membrana da 8,2 mm, con un rigido pistone centrale dallo strato esterno flessibile. L’acustica a doppia camera degli Studio Buds permette una separazione stereo elevata nonché una distorsione armonica minima nella curva di frequenza, così da non perdere neanche una nota. Inoltre, per chi dispone di un abbonamento a Apple Music, gli Studio Buds riproducono automaticamente l’audio spaziale per i brani disponibili mixati in Dolby Atmos, per offrire suono e nitidezza multidimensionali.
Ci sono poi due modalità di ascolto che permettono di far controllare il suono all'utente. La cancellazione attiva del rumore (ANC) blocca i rumori esterni indesiderati, compreso quello del vento, sfruttando il controllo adattivo del guadagno in tempo reale. Per garantire un audio nitido quando la modalità ANC è attiva, gli Studio Buds utilizzano un algoritmo che tiene monitorato il file sorgente e al contempo corregge ed elimina fino a 48.000 volte al secondo gli artefatti che compromettono il suono. E poi ancora si vuole ascoltare cosa accade intorno all'utente, basta tenere premuto il pulsante “b” per passare facilmente alla modalità Trasparenza. Ed ecco che qui i microfoni esterni mescolano i suoni dell’ambiente circostante con la musica che si sta ascoltando offrendo un’esperienza naturale. Non solo perché durante le chiamate, i due microfoni beamforming riconoscono la voce di chi sta parlando e bloccano i rumori esterni e del vento, per una nitidezza ancora più elevata.
Gli Studio Buds non hanno problemi sia che si abbinino a dispositivi Apple o anche Android. E basta un semplice tocco. Sì, perché la tecnologia Bluetooth di Classe 1 garantisce un raggio d’azione più ampio con efficacia di trasmissione, che assicura connettività affidabile e meno perdite di connessione. Ciascun auricolare si connette al dispositivo in modo indipendente, così è possibile decidere se utilizzarne soltanto uno o entrambi. Oltretutto il pulsante multifunzione “b” su ciascun auricolare consente di rispondere a una chiamata o terminarla, far partire i contenuti e metterli in pausa, saltare i brani e passare da ANC alla modalità Trasparenza. E ancora è possibile cambiare modalità di ascolto, controllare il livello della batteria e ricevere gli aggiornamenti del firmware direttamente sul dispositivo, sia Android che iOS. Gli Studio Buds supportano l’assistente vocale, e con iOS sarà possibile anche attivare Siri senza toccare il dispositivo, semplicemente pronunciando “Ehi Siri”.
Gli auricolari garantiscono fino a 8 ore di ascolto, con due ricariche aggiuntive assicurate dalla custodia tascabile, per offrire fino a 24 ore di ascolto combinato. Con ANC o la modalità Trasparenza abilitate, si potranno raggiungere fino a 5 ore di ascolto, 15 in combinazione con la custodia. E se si vuole ancora di più c'è il Fast Fuel, quando la batteria è scarica, con 5 minuti di ricarica si potrà avere ancora fino a 1 ora di ascolto. Gli Studio Buds sono il primo prodotto Beats a supportare la funzione Dov’è su iOS e Trova il mio dispositivo su Android. Individua facilmente gli auricolari che non trovi più utilizzando l’ultima posizione conosciuta (quando sono abbinati tramite Bluetooth) oppure facendoli suonare se si trovano nelle vicinanze.
Beats Studio Buds: prezzo e disponibilità
I Beats Studio Buds saranno disponibili in Italia a partire da quest’estate, al prezzo di 149,95€.
4 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoSu carta non sembrano male ma bisogna provare prima e confrontare con le altre.
Ma anche le AirPods Pro hanno il gommino (sostituibile), e queste sono praticamente il clone first party.
In altri termini, chiunque ragionevolmente (quindi, non gli audiofili per definizione*) sostiene di poter riconoscere differenze tra una codifica lossy trasparente e una lossless dovrebbe essere oggetto di studio scientifico - perché è davvero cosa che in laboratorio non si è mai vista per assenza di cavie che soddisfassero il requisito.
Nel mentre, porcate come la loudness war passano per l’ennesima volta inosservate, e per aggiungere crimine all’infamia è in arrivo la riconversione surround di registrazioni stereo - che è non meno che prendere un film concepito, girato e montato in 2D e decenni dopo rimaneggiato in 3D.
* Eccetto quelli che sanno cos’è, e possono dimostrare, test A/B, e dopo di che sarebbe tutto da stabilire se le differenze sono di codifica del prodotto finito o di mixaggio e equalizzazione in post produzione.
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