Arriva UWB, lo standard che rimpiazzerà il Bluetooth per la musica. L'abbiamo provato al CanJam

Arriva UWB, lo standard che rimpiazzerà il Bluetooth per la musica. L'abbiamo provato al CanJam

Abbiamo incontrato al CanJam di Londra Gary Spittle, fondatore di Sonical, azienda che sta sviluppando un nuovo standard per la trasmissione senza fili di musica per superare i limiti del Bluetooth

di pubblicata il , alle 18:01 nel canale Audio Video
 

Non è solo nei circolai audiofili che si parla delle limitazioni della qualità del suono offerta dallo standard Bluetooth. È infatti noto che tale tecnologia offra una grande comodità, ma che ciò avvenga facendo compromessi significativi sul fronte della qualità audio. Sonical, azienda fondata da un ingegnere che è stato fra gli sviluppatori iniziali del Bluetooth, promette di cambiare questo stato delle cose con un nuovo standard. Si chiama UWB, ovvero “Ultra Wide Band”, e promette di offrire elevata qualità del suono senza rinunciare alla comodità del wireless.

Sonical, UWB e il futuro dopo il Bluetooth

Abbiamo incontrato Gary Spittle, fondatore di Sonical e di Remora (che si legge “remòra”, non “rèmora”), al CanJam di Londra. Spittle ci ha parlato di come Sonical intende cambiare il panorama delle cuffie wireless, introducendo due elementi: da un lato un nuovo standard di trasmissione che offre una banda più elevata e, quindi, la possibilità di trasmettere audio di qualità migliore; dall’altro una piattaforma hardware e software che consente di creare applicazioni da eseguire direttamente sulle cuffie.

A livello tecnico, il nuovo standard UWB opera intorno agli 8 GHz e offre, quindi, una banda superiore e una latenza inferiore rispetto al Bluetooth pur mantenendo un consumo comparabile. Nello specifico, la banda utilizzabile al momento è di circa 10 Mbps, che sono sufficienti per trasmettere audio a 24 bit e 96 kHz non compresso oppure audio multicanale con compressione; in teoria è possibile arrivare fino a 27 Mbps. In termini di consumo, il livello è attualmente leggermente superiore al Bluetooth, ma Sonical è convinta che si possa arrivare a un livello simile. UWB si posiziona, insomma, per molti versi a metà tra Bluetooth e WiFi.

Ci sono, però, due aspetti degni di nota. Il primo è che UWB richiede nuovo hardware, perché quello attuale che gestisce Bluetooth e WiFi non supporta le frequenze a cui opera UWB. Il secondo è che avviare un nuovo standard ha un problema: non ci sono dispositivi da entrambi i lati (cuffie e trasmettitori) e dunque i produttori sono reticenti ad adottarlo. Spittle ci ha detto che la stessa cosa avvenne agli albori del Bluetooth: i produttori di telefoni non vedevano cuffie sul mercato mentre i produttori di cuffie non vedevano sorgenti, e quindi entrambi non volevano adottare il nuovo standard. Per questo per molto tempo il Bluetooth non è stato integrato nei dispositivi, ma era disponibile tramite adattatori di vario tipo, sia per computer e telefoni, sia per le cuffie. Proprio la presenza di adattatori ha creato un mercato e convinto i produttori a integrare la tecnologia nei propri dispositivi.

Ma come si fa, dunque, a convincere i produttori ad adottare UWB (o qualunque altro standard)? “Bisogna renderlo semplice da usare per le persone, si deve renderlo accessibile e bisogna far sì che si creino prodotti che sono molto migliori [di quelli già disponibili]. Quello che sta accendo ora è che tutti stanno cercando di creare prodotti più economici, e questo significa che non si stanno concentrando sulle prestazioni, ma sul costo. E di solito ciò significa che c’è un compromesso nella qualità e si ottengono prodotti che sono tutti uguali e diventano semplicemente più economici. Il nostro intento è di spingere nell’altra direzione”, ci dice Spittle.

Anche le cuffie diventano “smart”, con Remora

Una delle novità della piattaforma UWB è che punta non solo a portare una maggiore qualità del suono sul mercato, ma anche una rivoluzione simile a quella che abbiamo già visto con gli smartphone: creando un ecosistema software che risulta facile da usare sia per gli utenti, sia per gli sviluppatori, Sonical vuole cambiare anche il modo in cui le cuffie funzionano e vengono impiegate dagli utenti.

L’arrivo delle applicazioni apre le porte a molteplici usi delle cuffie che ora dipendono da uno smartphone o da un altro dispositivo e, per molti versi, rende maggiormente sensato il passaggio a una nuova piattaforma tecnologica sia per i produttori, sia per gli utenti.

Remora è un’azienda “sorella” di Sonical che punta a mostrare come la nuova tecnologia funziona nella pratica. Il suo primo prodotto, Remora Pro, è un adattatore che può essere usato con cuffie esistenti dotate di cavo. L’abbiamo provato e, anche in un ambiente con moltissime interferenze come il CanJam, dove sono presenti centinaia di dispositivi Bluetooth in funzione in contemporanea, non abbiamo riscontrato alcun problema nella trasmissione. Difficile dire se la qualità del suono fosse effettivamente superiore al Bluetooth, visto il rumore significativo intorno, ma il dispositivo funzionava bene e questa era la dimostrazione più importante per il momento.

Con la libertà di scrivere software da parte degli sviluppatori arrivano però, inevitabilmente, anche alcuni possibili problemi. Uno in particolare che abbiamo sollevato, vista la tendenza generale del mercato ad annullare di fatto la reale proprietà degli oggetti, è relativo alla possibilità da parte dei produttori, tanto di dispositivi quanto di contenuti, di ridurre la funzionalità delle cuffie (se non di renderle dei fermacarte) usando sistemi di DRM. Basti pensare a questo esempio: un’azienda produce un modello di cuffie che funziona esclusivamente con una certa applicazione, oppure con un certo sistema operativo; termina però il supporto (dell’applicazione, del sistema operativo o delle cuffie stesse): in tal caso le cuffie diventano inutilizzabili. Un altro esempio è quello di un DRM che verifica che le cuffie siano autorizzate a riprodurre certi contenuti, un po’ come avviene con l’HDCP, ma in maniera più aggressiva: se una cuffia non viene più supportata, non può più essere impiegata.

Spittle ci ha confermato che questa è un’eventualità possibile, ma che può essere evitata imponendo che sia sempre disponibile il collegamento diretto per riprodurre qualunque tipo di contenuto. In altri termini, mantenendo una connessione “pura” come avviene già ora per il Bluetooth, che non richieda autenticazione o altri sistemi di controllo e blocco.

Sono già in arrivo diversi prodotti che supporteranno il nuovo standard. Spittle ci ha detto che non è ancora possibile divulgare i nomi dei produttori coinvolti, ma che si tratta di nomi importanti. I primi annunci dovrebbero arrivare già verso la fine dell’anno o l’inizio del prossimo. Allacciate le cinture!

10 Commenti
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io78bis12 Settembre 2024, 18:14 #1
Mi sembra introduca potenzialmente più pericoli che vantaggi oltre al fato che il BT ha fatto grossi passi avanti, almeno per le capacità/necessità d'ascolto della maggior parte della popolazione
Therinai12 Settembre 2024, 19:01 #2
Boh, inutilia totale, spero che Riccardo si sia fatto almeno un centone o una bella cena per perdere tempo con questa roba
rebeyeah12 Settembre 2024, 21:00 #3
la qualità offerta dai bluetooth oggi è oltre le reali necessità della popolazione, al 90% questo tipo di trasmissione viene usata per musica di merda su spekaer portatili di merda.
Dare il borotalco alla merda non renderà l'ascolto migliore , a mio avviso.

Gli audiofili storceranno il naso, ma sarebbe bello fare un test a doppio cieco ascoltando dei alcuni brani le versioni su:
- cd classico
- riedizione in sacd o comunque in hd
- trasmissione da spotify via bt

il 99% non sarà in grado di percepire differenze.

Il game changer in campo audio è stato prima il cd poi la musica liquida, ormai siamo a posto come qualità e comodità di fruizione.
Mo4212 Settembre 2024, 23:43 #4
Originariamente inviato da: rebeyeah
la qualità offerta dai bluetooth oggi è oltre le reali necessità della popolazione, al 90% questo tipo di trasmissione viene usata per musica di merda su spekaer portatili di merda.
Dare il borotalco alla merda non renderà l'ascolto migliore , a mio avviso.

Gli audiofili storceranno il naso, ma sarebbe bello fare un test a doppio cieco ascoltando dei alcuni brani le versioni su:
- cd classico
- riedizione in sacd o comunque in hd
- trasmissione da spotify via bt

il 99% non sarà in grado di percepire differenze.

Il game changer in campo audio è stato prima il cd poi la musica liquida, ormai siamo a posto come qualità e comodità di fruizione.


Premettendo che sono concorde con la quasi totalità delle tue affermazioni, vorrei chiarire un momento la questione del test in doppio cieco.
Il punto degli audiofili non è la qualità percepita, ma la fedeltà con il registrato. Ora, se il livello qualitativo di compressione è tale da non permettere una sicura distinzione con lo stesso materiale sonoro alla sua più alta qualità (non compressa) possibile, non vuol dire aver fatto "scacco matto" agli audiofili. Anzi, è esattamente il contrario. È un po' come imparare a cucinare alla perfezione una pietanza di un famoso chef stellato... e dimostrare che i pregiudizi di chi viene servito sono basati su chi ha preparato il piatto e non sulla qualità del piatto stesso.
Ed infatti, è giusto che sia così.
Se io voglio la massima qualità da un prodotto che ho acquistato (od ordinato da un menu) è perché voglio completamente delegare la responsabilità di eventuali corruzioni (ed errori) a una garanzia che tolga dalle mie spalle il gravoso peso del dubbio. Non c'è compressione che tenga per il vero audiofilo. Il concetto stesso di qualità audio è basato sull'assenza di manipolazioni successive al mastering. Tutto il resto è semplice fuffa promossa da chi in questo settore punta a fare più grana possibile con improbabili buzzwords e vari “thought-terminating cliché” come appunto il famigerato test in doppio cieco.
schwalbe13 Settembre 2024, 02:34 #5
Vari lustri fa avevo fatto un test con amici, con brani non compressi e compressi chi poco chi molto, ascoltandone 2 in confronto alla volta.
Il risultato fu che se era alla cieca quasi tutti alla domanda del migliore indicavano il meno compresso.
Se indicato cosa stavano ascoltando la risposta più gettonata erano che erano uguali.
Naturalmente ascolto con casse (o cuffie) serie, se no è inutile il test. L'anello debole della catena audio fissa il livello qualitativo di tutto l'impianto.
Opteranium13 Settembre 2024, 05:09 #6
mi sembra uno sforzo inutile, già da anni esistono aptx loseless e ldac, che offrono un bitrate sostanzialmente analogo al CD audio, senza dover stare a reinventare un intero mercato di prodotti
v3yron13 Settembre 2024, 09:33 #7
Il bluetooth ha dei limiti tecnici evidenti e che ho riscontrato in prima persona.
Al lavoro utilizzo delle Jabra Elite 85h e se le utilizzo per le chiamate su Teams o l'ascolto di musica vanno benissimo... se invece le voglio utilizzare per parlare su Discord mentre gioco, la qualità audio diventa imbarazzante.
Questo è causato dal fatto che la banda del bluetooth è troppo limitata per riceve e inviare audio contemporaneamente e quindi windows, quando rileva l'attivazione del microfono, effettua un cambio dei codec in modo da permettere la comunicazione in entrambi i lati, ma con tutta la perdita di qualità che ne deriva. Per questo quando gioco utilizzo ancora le mie care e vecchie Steelseries wireless.
Se questo nuovo standard, con maggiore banda e stessi consumi, può sopperire ai limiti del bluetooth per certi dispositivi senza bisogno di adattatore i ricevitori come il wireless, può avere senso.
supertigrotto13 Settembre 2024, 17:40 #8
Usare totalmente il wifi?
Therinai13 Settembre 2024, 19:12 #9
Originariamente inviato da: v3yron
Se questo nuovo standard, con maggiore banda e stessi consumi, può sopperire ai limiti del bluetooth per certi dispositivi senza bisogno di adattatore i ricevitori come il wireless, può avere senso.


Nelle slide cazzate ne hanno scritte, ma non sono arrivati a dire che questo sedicente standard trasmette e riceve per magia, tant'è che nell'articolo è precisato che il sample di test erano cuffie cablate collegate a un apposito adattatore... in realtà nelle slide hanno scritto che è uguale al bluetooth ma con banda maggiore. Ma un ricevitore apposito serve per forza.
Nanolitro14 Settembre 2024, 08:42 #10

LDAC?

Così ad occhio non mi sembra ci siano grossi vantaggi per l'utente esigente medio, considerando gli ottimi codec bluetooth Hi-Fi da anni supportati anche da dispositivi relativamente economici.

Vedi il codec LDAC che offre qualità fino a 96KHz/32b, maggiore di quella CD, che utilizzo personalmente con soddisfazione.

Con questa tecnologia sembra si possa andare oltre quindi potrebbe diventare uno standard audiofilo di alto livello, ma per il mainstream al momento non è necessario, anche perché non so se si trovano facilmente sorgenti audio superiori a 96KHz/32b.

Ho letto in giro anche che UWB permetterebbe una distanza di ricezione molto maggiore, maggiore precisione ed è meno suscettibile alle interferenze.

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