Siamo andati fino a Hollywood per vedere i colorist all'opera con i TV OLED Panasonic

Siamo andati fino a Hollywood per vedere i colorist all'opera con i TV OLED Panasonic

Dopo il CES di Las Vegas siamo volati a Los Angeles per vedere da vicino i nuovi TV OLED Panasonic Z95A e Z93A con Fire TV. Proprio l'annuncio della collaborazione con Amazon è stato il tema snocciolato durante la visita agli Amazon Studios (già Culver Studios), ma l'occasione è stata ghiotta anche per parlare con alcuni dei più apprezzati colorist di Hollywood che lavorano per Company 3. Ecco il nostro report

di pubblicato il nel canale Audio Video
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Come vi ho raccontato nell'articolo 'Panasonic OLED top di gamma con Fire TV: i motivi della scelta', dopo il CES di Las Vegas sono volato a Los Angeles per un evento organizzato da Panasonic per spiegare meglio la scelta di adottare Fire TV come sistema operativo dei suoi televisori OLED top di gamma, i nuovi Panasonic Z95A e Z93A.

Amazon Studio - Culver Studios - Culver City LA California USA

Los Angeles è il fulcro della cinematografia occidentale moderna e l'occasione è stata ghiotta per approfondire alcune delle collaborazioni che Panasonic ha all'attivo da anni in terra californiana. La più recente, come vi abbiamo detto nel già citato articolo, è quella con Amazon, che oggi detiene alcuni degli studios più importanti della città, compresi gli storici Culver Studios, in cui hanno preso vita pellicole del calibro di Gone with the Wind (Via col Vento).

A Hollywood per vedere all'opera i TV OLED Panasonic


Panasonic a Hollywood: un po' di storia

Panasonic è però presente a Los Angeles da decadi: nel 1990 l'allora Matsushita comprò MCA (Music Corporation of America), quella che sarebbe dopo qualche anno diventata Universal Pictures, per entrare da protagonista - ai tempi dell'esplosione del mercato delle videocassette VHS - nel segmento della produzione e distribuzione cinematografica. La volontà era quella di intercettare e guidare lo sviluppo di quelle che sarebbero divenute le tecnologie del futuro. Matsushita vendette poi gran parte delle quote pochi anni dopo, mantenendo comunque un 20% di share, proprio per non perdere il contatto con uno dei fulcri dell'industria cinematografica.

Nel 2001 Panasonic ha poi fondato il suo Panasonic Hollywood Laboratory, che negli anni è diventata la 'palestra' dove sono stati formati i tecnici del colosso giapponese, a stretto contatto con chi i film li produce, gira e distribuisce. Grazie alla sua presenza sul campo, Panasonic è riuscita ad agganciare altri protagonisti della scena hollywoodiana tra cui Company 3, protagonista di una delle nostre visite in terra californiana.

Stefan Sonnenfeld, CEO e colorist di Company 3

Stefan Sonnenfeld, CEO e colorist di Company 3

Company 3 è infatti leader nel campo della color correction e del color grading: da una stima, l'80% dei contenuti degli Studios passa da qui prima di essere rilasciato al pubblico. Oggi in praticamente ogni studio dove opera un colorist in Company 3 c'è un televisore OLED Panasonic, utilizzato come riferimento per vedere (e mostrare a registi e direttori della fotografia) quale sarà il risultato finale apprezzabile dal pubblico entro le mura di casa.

Company 3 studio colorist monitor reference TV OLED Panasonic

I colorist utilizzano come monitor primario per il color grading in gran parte il riferimento del settore rappresentato dal Sony OLED 4K BVM-X300 TRIMASTER EL 30" (più di 40.000 € di listino), ma sfruttano i televisori Panasonic come secondo riferimento, soprattutto per mostrare ai collaboratori la resa delle immagini su pannelli di più ampie dimensioni.

La collaborazione coi colorist alla base della qualità dei TV Panasonic

Questa collaborazione ha permesso ai tecnici Panasonic di lavorare a stretto contatto con chi crea i contenuti e ottimizzare così la resa dei propri profili colore, in linea con l'idea di rispettare al meglio l'intento artistico di registi, direttori della fotografia e colorist.

Vedere dal vivo all'opera i colorist è stata un'esperienza affascinante, che mi ha permesso anche di dirimere alcuni dubbi. Ormai color correction e color grading rappresentano una buona fetta della produzione di un film e spesso ad essi viene demandato tutto ciò che non si riesce a fare in fase di ripresa.

Il tempo a disposizione per le riprese ormai è molto risicato e non sempre si trovano sul set tutte le condizioni previste dalla scenografia e dal direttore della fotografia. Magari sul set c'è un cielo nuvoloso quando servirebbe un tramonto con nuvole luccicanti, o il contrario. Oppure anche in riprese interne non è possibile ricreare alcuni effetti di luce, come la luce solare che entra con grande intensità da una finestra. Oggi con Da Vinci Resolve è possibile porre rimedio a tutte queste situazioni, ma ci si può spingere anche più in là. È possibile creare diversi tipi di effetti speciali ma anche modificare completamente alcune riprese.

Per questioni di costi (e fattibilità), ad esempio, una buona parte delle scene notturne è girata di giorno. Di notte è necessario aggiungere al costo della produzione gli straordinari notturni di attori e maestranze e a livello di riprese si deve lavorare ad alte sensibilità, con poca luce a disposizione (e poca gamma dinamica). Girare di giorno con la luce naturale e poi rendere la scena come notturna è uno dei lavori all'ordine del giorno dei colorist: naturalmente non si tratta solo di abbassare l'esposizione, ma anche di virare i colori verso il blu, eliminare eventuali ombre indesiderate, aggiungere punti luce e fasci luminosi e fare in modo che il trucco non si veda.

Company 3 studio colorist monitor reference TV OLED Panasonic

I colorist lavorano sui file RAW come usciti dalle cineprese (o dalle scansioni delle pellicole, nel caso in cui il regista preferisca operare 'alla vecchia maniera'), avendo a che fare con video a bassissimo contrasto, in modo da avere la massima gamma dinamica. L'intensità e la palette dei colori, il contrasto, la luminosità o la scurezza delle immagini sono poi regolate in base ai desideri del direttore della fotografia, anche facendo riferimento ai 'daily' in arrivo dal set, ossia le clip pre-montate sul set con applicata una LUT (Look-up-Table) che fa da riferimento per la resa finale, che vengono utilizzate durante le riprese per avere un'idea del risultato finale.

La corsa ai meganit dei TV è come quella ai megapixel nelle fotocamere?

Avere a disposizione alcuni dei colorist più apprezzati di Hollywood mi ha permesso anche di fare qualche domanda scottante, come quella relativa al costante incremento del picco di luminanza dei televisori. Il tema è di grande attualità, visto che nei padiglioni del Las Vegas Convention Center abbiamo visto all'opera televisori in grado di sfoggiare 10.000 candele su metro quadro.

"L'HDR serve soprattutto nelle ombre, è inutile 'sparare' al massimo sulle alte luci, non voglio accecare le persone che guarderanno i miei contenuti" - questa in sintesi l'idea di uno dei Senior Colorist che abbiamo incontrato. La più ampia gamma dinamica messa a disposizione dai formati HDR è molto utile per giocare con più libertà e rivelare dettagli nelle basse luci. I 1.000 nit sono già un limite che poche volte viene raggiunto, con picchi che generalmente restano entro i 700 nit.

Oltre alla resa finale che potrebbe risultare 'accecante', c'è anche un motivo tecnico: buona parte dei monitor reference più utilizzati (come il sopra citato Sony BVM-X300 e il fratello LCD a doppia modulazione BVM-HX310) si fermano a 1.000 cd/m2 di picco, mentre è più limitata al momento la diffusione dei nuovi monitor in grado di spingersi a 4.000 nit.

Con la diffusione del nuovo Sony Trimaster BVM-HX3110, in grado di raggiungere proprio i 4.000 nit, le cose potrebbero cambiare, ma la curva di adozione non sarà sicuramente veloce e anche l'intento creativo di chi produce contenuti ci metterà un po' a sfruttare a pieno l'aumentato tetto della luminanza.

Questo vuol dire che 1.000 nit sono al momento più che sufficienti per guardare la gran parte dei contenuti al meglio dei loro livelli di luminanza e che per gli amanti del cinema e serie TV la corsa ai meganit può essere simile alla corsa ai megapixel vista sulle fotocamere compatte prima e sugli smartphone poi.

Panasonic TV OLED Z95A Fire TV

Certo, e così non poteva che essere, l'opinione dei colorist è ottima acqua verso il mulino di Panasonic e dei suoi TV OLED contro la concorrenza dei Mini LED, che fanno proprio del picco di luminanza il proprio cavallo di battaglia. In ogni caso anche i nuovi Panasonic OLED Z95A, grazie all'utilizzo del più recente pannello OLED con metalenti di seconda generazione, faranno segnare un più elevato picco di luminanza, che potrà essere utilizzato sia per la visione in ambienti luminosi, sia per 'pompare' i contenuti più vivaci, come quelli sportivi.

L'accoppiata dei nuovi pannelli OLED e del sistema operativo Fire TV mettono i nuovi top di gamma Panasonic tra i prodotti più attesi di questo 2024 e non vediamo l'ora di poterci mettere su le mani per qualche misura, anche se bisognerà per quello attendere la presentazione completa della gamma, generalmente tra secondo e terzo trimestre dell'anno.

5 Commenti
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damned_31 Gennaio 2024, 00:04 #1
beh di sicuro non buttano i soldi in vestit
Opteranium31 Gennaio 2024, 13:05 #2
Originariamente inviato da: Redazione di Hardware Upgrade
L'HDR serve soprattutto nelle ombre, è inutile 'sparare' al massimo sulle alte luci, non voglio accecare le persone che guarderanno i miei contenuti

Ditelo ai produttori tv, che ormai sparano valori di luminosità pari al sole a mezzogiorno
tony7302 Febbraio 2024, 16:13 #3
Non vedo l'ora di averlo nella mia sala
fukka7504 Febbraio 2024, 10:34 #4
Dovrai aspettare solo settembre/ottobre
tony7305 Febbraio 2024, 09:52 #5
Originariamente inviato da: fukka75
Dovrai aspettare solo settembre/ottobre


Come sempre!

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