Nothing ear (stick): design e comodità la fanno da padrona! La recensione
Nothing raddoppia nel comparto audio e lo fa presentando i nuovi ear (stick): auricolari dal gusto estetico vincente ma con alcune peculiarità che li rendono ben diversi dai top di gamma ear (1). Ecco perché in questa nostra recensione.
di Bruno Mucciarelli pubblicato il 28 Ottobre 2022 nel canale Audio VideoNothing
Phone (1) è stato il primo smartphone della nuova startup Nothing, creata recentemente da Carl Pei, l’ex fondatore di OnePlus passata agli onori della cronaca per aver ideato un decennio fa uno smartphone nuovo, potente ma ad un prezzo veramente basso rispetto alla concorrenza. Non è stato però lo smartphone il primo prodotto realizzato dalla neonata realtà di Carl Pei bensì un modello di cuffie, i Nothing ear (1): true wireless con la peculiarità di un design mai visto e per alcuni aspetti innovativo ma anche un prezzo piuttosto convincente oltre alle qualità audio.
Ora l’azienda ha deciso di fare il bis ma non tanto per presentare la seconda generazione di quelle Nothing ear (1), bensì un’alternativa per tutti coloro che non amano cuffie in ear con bulbo in silicone ma preferiscono auricolari meno invasivi. Ecco allora i nuovi Nothing ear (stick) che perdono appunto il bulbo in silicone per permettere di avere una maggiore comodità di utilizzo anche dopo ore ed ore.
Di certo non passerà inosservata la custodia di ricarica che si differenzia da quella dei brand concorrenti perché non rettangolare o quadrata ma cilindrica con un congegno semplice ma quanto mai geniale per aprirla: girare un lembo per far scorrere l’intero cilindro in policarbonato trasparente e dare accesso agli auricolari. L’essenza del design proposto in un paio di auricolari che si mostrano completamente visto che anche loro sono rivestiti sì di policarbonato ma trasparente proprio come i fratelli maggiori ear (1).
Nothing ear (stick): l’unboxing diverso!
Nothing da quando è nata ci ha insegnato a guardare le cose diversamente. E non parliamo solamente dei prodotti che in effetti si differiscono a livello di design da altri della concorrenza. Parliamo anche dell’unboxing ossia quella fase di ‘’spacchettamento’’ della scatola di vendita che solitamente risulta una routine sempre meno importante e con poche sorprese.
Qui Carl Pei e i suoi collaboratori invece hanno da sempre cercato di creare hype partendo anche dalla scatola di vendita. Lo abbiamo visto con le prime ear (1) e poi con il Phone (1): scatole in cartone usa e getta ermeticamente chiuse che solo lo strappo di una linguetta permette di aprirle. E la scatola dei nuovi Nothing ear (stick) non è da meno per forma, design e apertura. Bisogna tirare anche qui la linguetta ma la conformazione della scatola fa già presagire di essere di fronte ad un design decisamente diverso da altre cuffie presenti sul mercato.
Effettivamente è così perché i nuovi ear (stick) vengono fuori da un lembo della scatola in un cilindro trasparente coperto da una pellicola in carta opaca. Sembra non esserci niente altro ma guardando bene invece dall’altra estremità della confezione appare una seconda linguetta che tirata apre una seconda parte della confezione dove fuoriesce un piccolo cilindro in cartone dove è presente della manualistica e un piccolo cavo USB-C bianco ma rivestito con del materiale tecnico in modo da resistere all’uso.
Nothing ear (stick): mai vista una custodia così!
Quando si parla di Nothing è inevitabile non attendersi di parlare di design. Lo abbiamo visto molto bene con i primi ear (1) e abbiamo continuato a vederlo con il Phone (1). Il comune denominatore di Nothing e Carl Pei è senza dubbio la trasparenza che non è in questo caso solo quella reale del prodotto ma è anche l’idea di non voler nascondere nulla all’utente e di garantire di avere tra le mani un device che è quello che effettivamente vede anche nelle sue parti interne.
Nothing punta molto su questo e anche con i nuovi auricolari ear (stick) si è concentrata ancora una volta sulla trasparenza proponendo però alcune differenze estetiche che sono insite nel prodotto stesso o nella sua custodia di trasporto/ricarica. Intanto, lo vedete, Nothing ear (stick) sono auricolari che hanno comunque qualcosa in comune con le ear (1): il loro aspetto è quello che richiama al passato, gli anni ‘80 e ‘90, con però uno sguardo a quello che è il futuro con linee nette ed essenziali e l’uso della trasparenza appunto per giocare con la componentistica interna. Un gioco che piace e che rende gli auricolari non solo diversi da quelli visti fino ad oggi ma anche eleganti oltre che moderni.
Come detto in apertura, a differenza degli ear (1) qui non c’è il bulbo in silicone. L’idea da parte di Nothing con questi ear (stick) è quella di permettere all’utente che non sopporta le cuffie in ear con bulbo di poter avere un’alternativa di qualità ma più comoda e confortevole. Ecco allora la decisione di usare un design semi-in ear che risulta effettivamente più comodo perché meno invadente nel condotto uditivo per una vestibilità più naturale. La forma ergonomica, ci è stato detto in Nothing, è il risultato di test effettuati dall’azienda su oltre 100 paia di orecchie, con oltre 200 modifiche al design. E da tenere presente c’è qui il peso di ear (stick) che non supera i 4,5 grammi (più precisamente siamo sui 4,4 grammi) e questo significa avere auricolari capaci di essere indossati per l’intera giornata senza dolore o fastidio. Effettivamente nella nostra prova abbiamo effettuato delle sessioni di lavoro continuativo con le nuove ear (stick) e dopo 4 o 5 ore continuative di utilizzo sembrava quasi di non averle mai portate.
E se si parla di design è inevitabile non sottolineare l’idea di Nothing di proporre agli utenti una custodia a cilindro che sinceramente nessuno prima d’ora aveva mai pensato o realizzato in questo modo. Una volta presa in mano, infatti, basterà ruotare il lembo rosso del cilindro per ottenere un meccanismo d’effetto tale per cui il supporto interno, dove sono riposti gli ear (stick) magneticamente fissati, ruoterà in direzione contraria per far sì che il foro presente sulla superficie del cilindro si possa allineare con quella che è la casa degli auricolari, permettendo dunque di estrarli.
L’idea della custodia di Ear (stick) è a nostro parere geniale e l’esecuzione ancora migliore. L’aver posto una componente interna rossa permette non solo di capire che è quello il lembo del cilindro da tenere per ruotare ma è anche quella la parte dove troveremo sempre la cuffia di destra per una presa immediata anche in velocità. E poi sempre da quella parte è presente la porta USB-C per la ricarica della custodia e di conseguenza degli auricolari. Sì, perché come tutti gli auricolari true wireless anche questi Nothing ear (stick) devono essere riposti nella custodia per essere caricati automaticamente.
Per il resto i nuovi ear (stick) sono in possesso di uno stelo simile per design e per funzionalità a quello visto su ear (1). Sono sensibili al tocco e Nothing ha usato questa caratteristica per implementare la regolazione del volume in maniera intelligente: scorrendo il dito verso l'alto si alza il volume, scorrendo invece verso il basso lo si abbassa. I controlli personalizzabili dall’applicazione includono anche il controllo della riproduzione (due tocchi) e il passaggio da un brano all'altro (tre tocchi), nonché l'attivazione dell’assistente vocale (toccando due volte e tenendo premuto). In questo caso, a differenza di ear (1) non c’è la cancellazione del rumore vista anche l’assenza del bulbo in silicone.
Nothing ear (stick): come suonano senza cancellazione del rumore?
A livello tecnico i nuovi Nothing ear (stick) cercano di compensare l’assenza della cancellazione del rumore attiva con una nuova esperienza audio più avanzata a livello algoritmico. In questo caso il driver dinamico da 12,6 mm è stato progettato su misura ed è uno dei più sensibili sul mercato, a detta di Nothing. Così sensibile e grande da offrire un suono con profondità ricche, alti nitidi e dettagli audaci. Non solo perché l’azienda ha dichiarato di aver usato altoparlanti di qualità tali da rendere possibile costanza del suono anche alle frequenze più alte o più basse soprattutto grazie al diaframma personalizzato. Sì, perché è stato rinforzato con un rivestimento speciale tale da rendere possibile una distorsione davvero minima per un’esperienza il più possibile realistica.
L’esperienza sul campo è effettivamente buona. Privilegiano soprattutto i medio-bassi permettendo comunque una buona corposità alla musica che rimane robusta da ascoltare senza però mai arrivare all’eccesso. I medi sono abbastanza caldi e ammettiamo di non aver incontrato sibili o situazioni di ascolto estremo. Sugli alti invece, come accaduto con gli ear (1) troviamo ancora un po’ di eccesso che a lungo andare può creare un po’ di affaticamento ma è una questione davvero di tecnicismo che non deve essere troppo considerato su di un auricolare di questa fascia di prezzo. Nel complesso gli ear (stick) di Nothing ci hanno appagato nell’uso quotidiano e abbiamo apprezzato un suono che complessivamente è risultato godibile con diversi tipi di musica o di contenuto.
Chiaramente manca l’isolamento completo con l’esterno vista l’assenza fisica del bulbo in silicone e quella virtuale della cancellazione del rumore. Anche se ammettiamo che la comodità di utilizzo e dunque il riempimento abbastanza completo degli auricolari nel padiglione rende silenzioso, per quanto possibile, l’ascolto anche se è palese che se ci si trova in una strada con del traffico, in viaggio in aereo o in treno, il rumore di fondo non potrà essere eliminato. E proprio per queste situazioni, Nothing, ha aggiunto un software intelligente che rileva la perdita dei bassi quando si indossano gli auricolari, regolando la curva dell'equalizzatore al livello ottimale.
Ci è piaciuta anche la possibilità di personalizzare l’ascolto con l’applicazione Nothing X che l’azienda ha completamente rivisto. C’è ora la possibilità di andare ad equalizzare a piacimento il suono in una sezione specifica in cui oltre appunto alla modalità ‘’Personalizzato’’ sono presenti anche quattro modalità preimpostate: “Bilanciato”, “Più bassi”, “Più acuti” e “Voce”. Sempre nell’applicazione è possibile controllare i gesti sia sull’auricolare di sinistra che su quello di destra andando in qualche modo a personalizzare completamente la doppia pressione, la tripla pressione o ancora il premere e tenere premuto. Tutti gesti che portano a singole azioni che Nothing permette di personalizzare.
Tra le caratteristiche avanzate sull’app troviamo poi quella del ''Rilevamento auricolare'' ossia se la attiveremo, la riproduzione avverrà in modo automatico non appena indossiamo l’auricolare o si fermerà non appena lo togliamo. C’è anche la ''Modalità a bassa latenza'' che non fa altro che ridurre al minimo la latenza per una migliore esperienza di gioco. Comoda poi la funzionalità ''Trova i miei auricolari'': nel caso in cui si smarrisca una cuffia è possibile usare la funzionalità per farle riprodurre un suono a volume molto elevato, così da riuscire a localizzarla. Oltretutto tale suono non viene riprodotto nel momento in cui si stia indossando le cuffie, così da evitare spiacevoli incidenti.
Per quanto riguarda poi il microfono degli auricolari sappiate che offre buone prestazioni e riesce a catturare la voce con sufficiente chiarezza. In questo caso è stata implementata una nuova tecnologia denominata “Clear Voice” che grazie alla presenza di tre microfoni ad alta definizione in coppia con gli algoritmi è in grado di captare e filtrare i rumori di sottofondo più forti per isolare e amplificare la voce anche contro il vento.
E poi c’è la novità delle antenne e della loro riprogettazione da parte di Nothing. Sono state in questo caso allontanate dal visto per ridurre al minimo il blocco del segnale. Ed effettivamente abbiamo visto che il raggio di azione delle cuffie è migliorato rispetto agli ear (1). Oltretutto grazie a Google Fast Pair è possibile accoppiare le cuffie automaticamente con i dispositivi Android compatibili, senza dover effettuare l'accoppiamento manualmente, come avviene ad esempio per gli AirPods di Apple con i dispositivi iOS.
E infine parliamo dell’autonomia. Nothing ear (stick) nella prova sul campo hanno retto per oltre 6 ore e mezza di ascolto continuativo con un vantaggio rispetto a ear (1) di quasi un’ora (senza cancellazione del rumore). Il vantaggio di ear (stick) sta anche nella ricarica perché possiamo utilizzare per quasi 2 ore gli auricolari dopo averli caricati per soli 10 minuti. Oltretutto con la custodia è possibile allungare di altre 22 ore l’autonomia ed è in questo caso possibile utilizzare solamente il cavo USB-C per la ricarica della custodia.
CONCLUSIONI
Nothing dunque mette a catalogo il suo terzo prodotto. Gli auricolari Ear (stick) sono auricolari a cui manca la cancellazione del rumore ma non perdono quel fascino originale della trasparenza che in un mondo di prodotti sempre più simili può fare la differenza nei confronti dell’utente finale.
Ear (stick) sono auricolari unici come unica è la sua custodia cilindrica capace di non passare inosservata ma soprattutto di rendersi comoda nell’uso di tutti i giorni anche come dispositivo anti stress. A livello tecnico sono cuffie true wireless che in generale suonano bene senza eccedere. Fanno l’occhiolino a chi non ama le cuffie completamente in ear con bulbo: qui non c’è e questo le rende più facili da indossare e più confortevoli anche dopo ore ed ore di utilizzo.
Il prezzo di 119€ è sicuramente un prezzo un po' elevato e non tanto per la ricerca dell’originalità e del design su cui Nothing fa un lavoro magistrale anche migliore di tanti altri brand più blasonati ma per l’assenza della cancellazione del rumore che forse oggi è un elemento a cui è difficile rinunciare, assieme alla ricarica wireless che molti usano e trovano migliore. Un prezzo che però sembra allinearsi con quello dei Nothing Ear (1) che ora costano la bellezza di 149€ ossia 40€ in più di prima. Di fatto sono auricolari che ci piacciono soprattutto per quelle scelte stilistiche uniche che rendono Nothing riconoscibile nella difficile folla dei brand sempre più simili tra loro.
8 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infono ricarica wireless, no anc e 119€? tutti sti soldi per auricolari in una custodia da tubo baci perugina ? leccaculo
Piuttosto la recensione non mi pare particolarmente entusiasta per quanto riguarda la qualità del suono, ed è una cosa su cui avrebbero dovuto fare bene per compensare la mancanza dell'anc, altrimenti tanto vale comprarsi cuffie più economiche
Non ho ho provato le freebuds 3 o 4 ma quando dovevo scegliere le cuffie avevo guardato qualche recensione e si diceva che la cancellazione del rumore serve a poco, alla fine ho preso le freebuds pro e all'inizio non le inserivo abbastanza in profondità da fargli tappare le orecchie e pensavo che la cancellazione non funzionasse visto che a inserirle bene mi danno fastidio le tengo più leggere e lascio la cancellazione disattivata, cambia parecchio l'equalizzazione (molto più marcati i medio bassi attivando la cancellazione) ma come isolamento sonoro cambia pochissimo
A parte ciò dico la mia sulla questine noise canc: le vie di mezzo non hanno senso, io ormai giro con 3 auricolari.
- Auricolare a conduzione ossea: quando ho bisogno di sentire i suoni ambientali chiaramente (tipo per strada)
- quello in ear "tappo totale": quando posso fregarmene di cosa succede intorno a me e non c'è troppo rumore (tipo a casa), e preferisco stare leggero.
- i cuffioni super noise cancellation surface headphone 2 bla bla bla: quando sono nel bordello totale e ho bisogno di sentire senza rotture esterne.
Chiaramente questo è il kit "conversazione", quindi roba per telefonate e conference call, e a parte il discorso noise cancellation ci sono altri fattori (comodità, peso, dimensione, ingombro, robe così.
E si trovano spesso sotto i 50 euro.
Le uso in tutte quelle situazioni dove non devo/voglio essere isolato dal mondo esterno.
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